Dall’idroelettrico il rilancio della montagna

La Lombardia produce un quarto dell'energia generata dall'acqua. Le concessioni, però, sono scadute da anni, e i territori incassano meno di quanto dovrebbero. "Sistema da cambiare".

(red.) “Un quarto dell’idroelettrico italiano è prodotto attualmente dalla sola Lombardia. Anche per questo motivo siamo tra i primi a voler essere attenti al futuro di questo settore. Più della metà della potenza installata in Lombardia, però, ha concessioni scadute”.

Lo ha detto Ugo Parolo, sottosegretario di Regione Lombardia alle Politiche per la Montagna e alla Macroregione alpina (Eusalp), durante il convegno ‘L’idroelettrico e le montagne: quale modello per il futuro?’, organizzato dall’Intergruppo per lo Sviluppo della montagna alla Camera dei Deputati, al quale il sottosegretario ha partecipato come relatore.

PERCORSO COMUNE DI RILANCIO. L’incontro aveva come scopo principale quello di aprire le porte ad un confronto tra legislatore nazionale, regioni, enti locali e principali operatori, a seguito della valutazione negativa sulla conformità, a livello europeo, della norma del 2012 adottata dal Governo Monti. Dal tavolo è emersa la necessità di far strada ad un nuovo modello di sviluppo, che riconosca ai territori montani il proprio ruolo e li renda partecipi del valore delle risorse idroelettriche.

SETTORE DA SEMPLIFICARE. “La semplificazione nel settore della produzione idroelettrica e nella procedura di assegnazione delle concessioni – ha spiegato Parolo – è alquanto necessaria e il decreto Bersani, di fatto, è stato superato dalla storia. Ecco perchè il patto con il territorio è assolutamente da riscrivere. Dobbiamo pensare ad un nuovo assetto per assicurare misure di compensazione territoriale, nonchè migliorare i livelli di efficienza, sicurezza e conservazione della capacità di invaso”.

I PILASTRI DEL NUOVO SISTEMA. “Nel nuovo patto – ha aggiunto il sottosegretario – le Regioni saranno garanti dei territori nei confronti dei grandi ‘player’ europei. Partendo dal confronto, il territorio, anche attraverso le Regioni, gli operatori ed il Governo, dovrà trovare una soluzione in breve tempo che tenga insieme i numerosi interessi in gioco.

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