Treni a idrogeno, i dubbi di Legambiente sul progetto

Il circolo bresciano ha espresso la sua perplessità sulla sostenibilità e la sicurezza del carburante. "Davvero vogliamo dei treni pieni d’idrogeno su una ferrovia del terzo mondo?"

Brescia. Continuano a crescere le perplessità sul progetto dei convogli a idrogeno per la linea Brescia-Iseo-Edolo, anche il circolo bresciano di Legambiente si dice critico.
Franco Lucente, Assessore regionale ai trasporti, ha recentemente difeso l’acquisto dei 14 treni a idrogeno e degli impianti per la produzione della materia prima. L’idrogeno dovrebbe essere prodotto per elettrolisi dall’acqua a Brescia ed Edolo, con l’estrazione dal biometano a Iseo.
L’Assessore ha poi affermato che quella dei treni ad idrogeno è una scelta obbligata, dal momento che i treni elettrici “a batteria tampone” non passerebbero nelle gallerie.
Non conosciamo l’altezza di tutte le gallerie lungo la linea da Brescia a Edolo, ma sappiamo che i treni a batteria in commercio hanno altezza esattamente uguale a tutti i treni attualmente in produzione, sia diesel che elettrici: sempre 435 cm“, dicono dal circolo locale di Legambiente. “In ogni caso, dovendo effettuare un appalto, basterebbe indicare l’altezza desiderata per i nuovi convogli”.
“Per quanto riguarda la produzione dell’idrogeno, sappiamo che perché sia finanziabile dal Pnrr dovrebbe trattarsi di idrogeno verde (prodotto solo con elettrolisi dell’acqua e con energia elettrica da fonti rinnovabili), ma dalle prime indiscrezioni pare che si voglia impiegare il termoutilizzatore di A2A”, prosegue l’associazione ambientalista. “Veniamo infine all’impianto di produzione di Brescia, presso la stazione di Borgo San Giovanni. La realizzazione di impianti di questo tipo è normata dai vigili del fuoco, essendo molto pericolosi a causa dell’elevata esplosività dell’idrogeno, anche per piccole fughe. In Comune continuano ad affermare di non saperne niente, eppure l’area individuata è quella dell’ex Ideal Standard“.
A dire il vero a ottobre il Comune stesso aveva preso le distanze dal progetto, voluto dalla Regione e sostenuto dal Ministro Salvini. Attraverso le parole dell’Assessore comunale ai trasporti Federico Manzoni, la Giunta Castelletti aveva aderito alla posizione contraria espressa anche dal Pd al Consiglio regionale: l’introduzione dei convogli a idrogeno non migliorerebbe il servizio, il numero dei viaggi rimarrebbe lo stesso nonostante una spesa iniziale di 400 milioni di euro, più 9 milioni all’anno per i costi di esercizio annuali.
Chiediamo che venga fatta piena luce su questo intervento e che la cittadinanza di Brescia sia messa a conoscenza dei potenziali pericoli del nuovo impianto”, conclude il circolo di Legambiente. “Nel frattempo la linea Brescia-Iseo-(forse) Edolo è proprio malmessa, negli ultimi anni sono più i giorni in cui è stata interrotta che quelli in cui ha funzionato. Davvero si vogliono far correre dei treni pieni d’idrogeno su una ferrovia del terzo mondo?“.

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