Metro, Loggia tenta nuova mediazione con Cdp

Il comune di Brescia, attraverso il Governo, cerca un'intesa per non dover spendere 81 milioni di euro di penale in caso di estinzione anticipata del mutuo.

(red.) Il comune di Brescia tenta una nuova ed estrema mediazione con la Cassa Depositi e Prestiti, dell’80% di proprietà del ministero dell’Economia. Al centro della querelle c’è il mutuo per la metropolitana, acceso nel 2012 ed ereditato dalla giunta del sindaco Adriano Paroli. La Loggia è intenzionata a chiudere presto i due mutui rimanenti sull’infrastruttura (l’altro è con Banca Intesa), sfruttando l’imponente liquidità in arrivo nel caso della cessione di una parte delle quote in A2a. Ma il problema è che se Brescia vorrà estinguere il debito con la Cassa Depositi e Prestiti entro il 2045, dovrà sborsare 81 milioni di euro di penale.
E proseguire fino alla scadenza naturale vorrebbe dire che la Loggia dovrebbe spendere 7,7 milioni all’anno, con un tasso di interesse di oltre il 5,2%. Intanto, è stato dato incarico a un professionista di valutare la fattibilità del non pagare la pena e di citare a giudizio la Cassa. Al momento tutte le trattative sono cadute nel vuoto, ma si tenta una nuova mediazione attraverso il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Claudio De Vincenti. La risposta è prevista per dicembre. Se si troverà un accordo, la Loggia è disposta a estinguere subito il mutuo. Al contrario, è pronta a mandare in tribunale l’ente del ministero. E sarà una guerra di carte bollate.

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