Camera di Commercio verso il rinnovamento

L'elezione del nuovo consiglio avverrà a novembre ma l'iter è lungo. Ridefiniti i seggi: all'agricoltura un posto in meno e uno in più alle imprese.

(red.) Il rinnovamento della Camera di Commercio si fa sempre più vicino e concreto. E’ vero che i nuovi consiglieri (di carica quinquennale) dovranno abbandonare il loro seggio solo in novembre, ma l’iter di nomina e sostituzione è piuttosto lungo e complesso.
Il calendario dei prossimi mesi sarà serrato: entro il15 maggio verrà pubblicato l’avviso dell’avvio della procedura di rinnovo; entro il 23 giugno le associazioni di categoria dovranno comunicare i dati (certificati) relativi alla rappresentanza; il 23 luglio è invece il termine entro il quale il segretario generale della Cdc, Massimo Ziletti, deve comunicare al presidente della Regione, Roberto Maroni, i dati relativi alle singole associazioni; la Regione avrà tempo fino al 22 agosto per definire il numero di consiglieri che spettano a ciascuna organizzazione che, prima del 22 settembre,comunicherà al presidente Maroni i nominativi dei nuovi consiglieri. Il decreto regionale di nomina dovrà arrivare prima del 9 novembre, data di insediamento del nuovo consiglio camerale, in carica fino all’8 novembre 2019.
Intanto sono stati ridefiiti anche i seggi, in modo da garantire una rappresentatività proporzionale al peso specifico del settore in questione. Così facendo, Francesco Bettoni, presidente della Cdc di Brescia, ha tolto un seggio all’agricoltura per darne uno alle imprese. Conservano invece la propria forza i tradizionali settori: sette seggi spettano all’industria, sei all’artigianato, cinque al commercio, due al turismo,uno alle cooperative, ai trasporti e al credito-assicurazioni. Il consiglio sarà composto da 33 membri grazie alla presenza diunrappresentante dei lavoratori, di uno dei consumatori e di un membro degli ordini professionali.
Per quanto riguarda la presidenza la gara sembra a senso unico: Bettoni è in testa e difficilmente qualcuno riuscirà a soffiargli la poltrona. A meno che da qui a novembre non si faccia largo la candidatura di un’altra personalità di caratura.

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