Mafia in inchiesta “Leonessa”, richiesta di trasferire processo a Gela

Per i legali dei 22 imputati la presunta associazione a delinquere si sarebbe costituita in Sicilia, non a Brescia.

(red.) Nella giornata di ieri, venerdì 5 marzo, in tribunale a Brescia si è svolta un’udienza nell’ambito di un procedimento che vede accusate 22 persone per uno dei filoni della maxi inchiesta “Leonessa”. Cioé quella che aveva portato a una serie di arresti e decine di indagati per i presunti rapporti tra gruppi di criminalità organizzata siciliana e imprenditori bresciani. I 22 imputati di questo filone sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, ma i legali difensori hanno chiesto che il dibattimento venga trasferito a Gela, in Sicilia.

Infatti, per gli stessi avvocati l’eventuale associazione a delinquere si sarebbe formata proprio a Gela, non a Brescia dove invece sarebbero stati condotti gli affari. Per questo motivo ieri è stata avanzata la richiesta di riconoscere che il tribunale di Brescia sia incompetente a livello territoriale.

Oltre a questo, il legale di Rosario Marchese, ritenuto uno dei capi della presunta associazione, ha chiesto per il proprio assistito che venga scarcerato essendo, secondo l’avvocato, scaduti i termini della custodia cautelare. Su questo e sulla richiesta di trasferire il processo a Gela il giudice si pronuncerà il 12 marzo.

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