Brescia, a volte ritornano: il Bigio infiamma la campagna elettorale

A far tornare alla ribalta la statua “L’era fascista”, scolpita dal Dazzi nel Ventennio fascista, da un decennio nei magazzini comunali, è stato Vittorio Sgarbi che ha suggerito di collocare il manufatto in un'area pubblica della città. Per Del Bono potrebbe essere Campo Marte, mentre per Rolfi la sua posizione naturale resta quella in Piazza Vittoria.

Brescia. A volte ritornano. Soprattutto quando in corso c’è una campagna elettorale scandita da dibattiti e toni anche troppo accesi e nella quale è facile che un argomento già a lungo dibattuto (ma mai evidentemente sopito) torni in auge per rintuzzare uno scontro che, più che culturale ed artistico, ha tutte le caratteristiche della disfida politica tra posizioni distanti e inconciliabili.
Si potrebbe dire che, questa volta, la “colpa” è di Vittorio Sgarbi, intervenuto in città sabato scorso per l’inaugurazione del monumento alle vittime del Covid, collocato al cimitero Vantiniano, il quale ha riportato il Bigio, appellativo con cui i bresciani hanno sempre chiamato “L’era fascista”, manufatto scolpito dal Dazzi, nell’agone delle amministrative locali.

bigio

Per il critico d’arte nonché sottosegretario alla Cultura, sarebbe arrivato il tempo di ricollocare il manufatto in un luogo pubblico della città, senza tuttavia specificarne la posizione. La statua è ora conservata (da oltre un decennio) nei magazzini comunali, dopo il diniego della Giunta Del Bono di riposizionarla in Piazza Vittoria, sua sede originale, e dopo che la stessa Soprintendenza si era espressa in modo contrario a una sua sistemazione al Museo di Santa Giulia oppure nel cortile della caserma Randaccio. Il sindaco uscente si è detto più possibilista su una sua installazione a Campo Marte.
Sulla statua simbolo del Ventennio si è espresso anche il candidato sindaco del centrodestra, Fabio Rolfi, che ha stigmatizzato l’ ipotesi di “cancel culture” nei confronti dell’opera in pietra del Dazzi, affermando che «Brescia è la capitale italiana della cultura. Non deve diventare capitale della cultura della cancellazione. Il Bigio a Campo Marte sarebbe totalmente fuori contesto: l’area è intitolata a un esponente della resistenza bresciana come Sam Quilleri».
Per Rolfi  è opportuno «evitare di commettere errori storici e culturali solo per non venir meno a posizioni ideologiche». Il Bigio, secondo il candidato leghista, ha una sua unica collocazione ed è quella in Piazza Vittoria, espressione del Novecento italiano in cui si inserisce la statua, al di là di ideologie e simboli di parte.

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