Brescia, industrie: si rafforza la crescita dei prestiti

Secondo il report di Confindustria Brescia, la qualità del credito, almeno finora, non sembra risentire dell’emergenza Covid.

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(red.) Si rafforza la crescita dei prestiti alle imprese industriali nel bresciano.
A marzo 2021, i prestiti vivi ammontano a 11,4 miliardi di euro, con una crescita dell’8,7% su marzo 2020. Si tratta del tasso di variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (tendenziale) più elevato da quando è disponibile la serie storica.

A evidenziarlo è l’undicesima edizione del Booklet Economia, documento realizzato dal Centro Studi di Confindustria Brescia, contenente informazioni su tutti i principali indicatori economici bresciani aggiornati al 23 luglio, oltre a una specifica sezione sugli aggregati creditizi nel territorio bresciano.

Come evidenziato da Bankitalia nell’ultimo Rapporto di stabilità finanziaria, in questa fase l’espansione del credito ha riflesso il marcato aumento della richiesta di fondi da parte delle imprese, da un lato per soddisfare il fabbisogno di liquidità dovuto al calo dei flussi di cassa, dall’altro per costituire riserve precauzionali volte a fronteggiare l’incertezza sulle prospettive economiche. La crescita dei prestiti è stata poi favorita delle ingenti garanzie messe in campo dallo Stato.

Nel documento, la sezione dedicata ai principali aggregati creditizi che caratterizzano l’economia bresciana ha destinato particolare spazio agli indicatori relativi alla qualità del credito che, almeno finora, non sembra risentire dell’emergenza Covid.

“Anche se le indicazioni generali in tema di credito appaiono positive, non è questo il momento di abbassare la guardia”, ha commentato Paolo Streparava, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Credito, Finanza e Fisco.

“Le buone notizie sul fronte crediti deteriorati derivano dalle
misure a sostegno di imprese e famiglie adottate in questi mesi, in particolare moratorie e posticipo degli adempimenti fiscali, e riflettono il fisiologico ritardo degli effetti del peggioramento dell’attività
economica sulla qualità del credito. Per cui, al momento, ogni valutazione degli impatti dell’emergenza economica da Covid-19 sulla qualità del credito è da ritenersi ancora prematura”, ha chiosato Streparava.

operai industria artigianato lavoro

Le sofferenze nell’industria, a fine marzo pari a 236 milioni di euro, sono ai minimi storici; il processo di riduzione, giustificato dalle ingenti operazioni di cartolarizzazione attuate dal sistema bancario negli ultimi anni, ha favorito la contrazione del rapporto sofferenze/prestiti, attestatosi al 2,1% (contro il 5,8% nei servizi e il 13,2% nelle costruzioni).

La necessità di razionalizzare i costi connessi con l’esercizio dell’attività bancaria e la dirompente diffusione delle tecnologie digitali, come l’home banking, hanno prodotto una significativa flessione nel numero degli sportelli bancari attivi sul territorio. A fine 2020, in provincia si contano 724 sportelli, contro i 972 di fine 2008, con un ridimensionamento del 25,5%. Il fenomeno ha inevitabilmente determinato una minore capillarità territoriale del sistema bancario: a fine 2020 si rilevano 58 sportelli ogni cento mila abitanti, contro i 59 di fine 2019 e gli 81 di fine 2008.

Si tratta di un processo che ovviamente nasconde dinamiche diverse da istituto a istituto, ma che è destinato a proseguire anche
nel prossimo futuro, vista la rivoluzione portata dal Fintech.

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