Edison, la svolta resta improbabile

Difficile che anche l'intervento del ministro allo Sviluppo economico risulti decisivo per l'assetto. La nuova scadenza dei patti è fissata per il 30 dicembre.

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(red.) Perde slancio l’attesa che gli appuntamenti di domani segneranno una svolta decisiva sul sempre più intricato dossier Edison. Il ministro per lo Sviluppo Corrado Passera dovrebbe arrivare all’incontro con i soci italiani più che altro per ascoltare cosa abbiano da dire.
Quanto al Cda Edison, per quanto teso, si dovrebbe concludere con buona probabilità con l’impegno a prendere in considerazione ogni opzione possibile e un mandato all’amministratore delegato Bruno Lescoeur di proseguire l’analisi sul tema del fabbisogno finanziario della compagnia.
Questo è almeno quanto aspettarsi secondo diverse fonti finanziarie vicine al dossier, e nel feuilleton Edison il convitato di pietra (il tempo) sembra destinato così a tornare protagonista: l’orologio corre e alla scadenza del 30 dicembre, quella fissata alla quarta proroga del tormentone, mancano solo dieci giorni e così a breve si imporrà nuovamente la scelta tra un nuovo rinvio (il quinto) o uno strappo (l’asta competitiva), che sino ad ora nessuno ha mostrato di volere.
La riunione del Cda Edison aveva assunto crescente importanza negli ultimi giorni, dopo il pressing dei soci francesi circa la necessità di varare un aumento di capitale nella controllata italiana. Ufficialmente la società ha confermato che sul tavolo ci sarà anche il tema del ”fabbisogno finanziario”. Ma nella vicenda la questione della ricapitalizzazione è apparsa molto negoziale, visto che i soci italiani difficilmente potrebbero parteciparvi. Alla fine, come del resto era anche ragionevole attendersi, ogni decisione dovrebbe venir fatta slittare a riassetto avvenuto. In molti tuttavia scommettono che le varie tensioni accumulate negli ultimi giorni alla fine esploderanno in occasione del Cda, con i francesi soprattutto pronti a dare battaglia.
All’incontro con Passera, ci dovrebbe essere anche Bruno Tabacci, assessore al Bilancio del Comune di Milano, azionista A2A insieme al Comune di Brescia, e per conto dell’ex municipalizzata Giuliano Zuccoli, Graziano Tarantini e Renato Ravanelli. Da parte italiana qualcuno sperava che il ministro potesse arrivare con una linea definita, se non una ‘soluzione’, ma Passera fino ad ora ha seguito il dossier Edison sempre e solo tendendosi informato e non ci sono segnali che per ora questa impostazione cambierà. Al più, una volta che avrà ascoltato nuovamente i soci italiani, valuterà se prender posizione, e quale.
In partita negli ultimi giorni sono volati gli stracci tra parte italiana e francese, con uno scambio reciproco di accuse, la spada di Damocle del presunto aumento di capitale per ben 1 miliardo di Edison.
Per la fine di questa settimana era attesa la valutazione dell’advisor indipendente (Duff & Phelbs) sul debito Edipower, ma la vicenda si è talmente impantanata e confusa che non è più chiaro neppure se le parti si atterranno all’impegno di usare quella stima per la ripartizione del debito assieme alla spartizione concordata degli attivi, o se si ripartirà da capo a litigare su come portare l’intera Edipower in area italiana, e con quali soldi, o su quanto appesantire di debito le centrali idroelettriche.
La prima puntata del piano Edipower, noto anche come ‘Lodo Zuccoli’, visto che fu il presidente A2A a farsene paladino, si era piantata interamente sul territorio italiano.

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