Défilé, teatro di coraggio e di vita

Grande successo per lo spettacolo del Teatro delle Misticanze. La regista Beatrice Faedi mette in scena 42 personalità che piacciono e catturano il pubblico.

(v.p.) Avete mai guardato negli occhi un gigante? Conta poco il colore dell’iride e quanto la pupilla sia dilatata. Una fitta ti colpisce al petto e un torpore dolce e tremendamente forte ti culla e ti solleva da terra, per decine e decine di metri. Lì, su questa vetta, si incontra il nostro eroe che, colpo di scena, non è un mascelluto palestrato di belle e giovani speranze ma, al contrario, è uno spastico ricurvo e di mezza età.
Qualcuno dice che la classe non è acqua, ma non aggiunge mai cosa sia veramente. Forse spetta a ciascuno di noi capirlo. Probabilmente i circa 400 spettatori che, giovedì 23 maggio, al CentroLucia di Botticino (Brescia) hanno guardato lo spettacolo Défilé, del teatro delle Misticanze, possono dire di averla riconosciuta sul palco, la classe, grazie alla bravura e alla volontà di 42 personalità, più o meno abili.
Per raccontare lo spettacolo vale la pena parlare del finale, perchè è proprio lì, poco prima che cali il sipario sui ragazzi della regista Beatrice Faedi, che il significato della storia esplode in tutta la sua bellezza.
Se per tutti il teatro è emozione, dopo una nascita simbolica, un’ode alla fisicità e alla gestualità, come forma di affetto e di comunicazione efficace pur senza parole, improvvisazioni, danze e boa di struzzo, leggeri ma ingombranti, ecco giungere la prova del nove.
Il gruppo deve camminare su un filo, simbolico certo, ma pur sempre intriso di grande significato. I nostri funamboli, che recitano senza avere copioni o tracce, si trovano proiettati nelle loro paure, nelle loro insicurezze, nella loro vita. In fila indiana, passo dopo passo, uno dopo l’altro, c’è chi supera l’ostacolo con slancio, chi tentenna ma riesce, chi si appoggia al compagno e chi viene trascinato quasi a forza. Tutti salvi tranne uno, che resta sull’altro lato del burrone, seduto su una panchina frenato da se stesso. Le insicurezze sono amplificate quando si è considerati sempre e comunque diversi. Dunque sono inutili le parole di conforto dei compagni d’avventura, che vanamente cercano di convincerlo a camminare in equilibrio sopra al baratro.
Il colpo di scena giunge proprio qui. Il debole si trasforma inaspettatamente nel gigante e, con un urlo terrificante, si lancia nella sifda e decide di attraversare. Pochi metri diventano chilometri, i 42 diventano eroi. Il pubblico applaude e si immedesima nelle Misticanze. Perchè tutti prima o dopo si trovano davanti a un bivio, sopra o sotto il palco, ma tutti sanno che il successo si ottiene soltanto con la prova di un gruppo unito, originale, complesso, e vivace, come le Misticanze, che accetta con dignità e orgoglio le proprie peculiarità e compartecipando le proprie emozioni.
Una nota di servizio. Lo spettacolo replica anche il 9 giugno alle 21, presso il Musil di Rodengo Saiano (Brescia). Per maggiori informazioni si possono contattare i numeri telefonici 328-3244019 339-3818207, oppure mandando una mail all’indirizzo info@teatrodellemisticanze.it

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.