E il Louvre disse no a Goldin

Non si farà la mostra che avrebbe dovuto segnare l'esordio del critico a Verona.


(red.) Alla fine il Louvre ha detto no a Marco Goldin. Infatti non si farà la grande mostra che avrebbe dovuto segnare l’esordio della collaborazione tra il critico-organizzatore, ormai orfano di Brescia, e l’amministrazione comunale di Verona. "Il Louvre. Capolavori a Verona", dal 19 settembre al 15 febbraio 2009 avrebbe dovuto portare nel Palazzo della Gran Guardia dipinti come La Belle Ferronniere di Leonardo da Vinci o Donna allo Specchio di Tiziano.
La mostra, che secondo gli organizzatori aveva già 100 mila prenotazioni, salta perché, si legge in un comunicato di Goldin, "allo stato attuale, il tempo a disposizione si rivela ormai troppo breve per l'organizzazione di questa importante esposizione, tenuto conto dei lavori da realizzare e dell'insieme delle condizioni tecniche, amministrative e giuridiche necessarie per garantire l’arrivo, la sicurezza e la conservazione dei capolavori". Il Museo del Louvre , conclude la nota, "non può pertanto accordare i prestiti promessi e si rammarica per questa situazione".
La notizia dell’esposizione del Louvre a Verona, peraltro, aveva suscitato forti polemiche sulla stampa francese. Il 3 aprile Liberation, aveva scritto: "Non si è mai visto nella storia del museo il prestito de La belle Ferronniere di Leonardo, mai uscita dal Louvre". Il 23 aprile, Le Monde aveva rincarato la dose, chiedendosi: "Il Museo del Louvre ha ragione a inviare 130 dei suoi più bei capolavori per una grande esposizione a Verona per circa 4 milioni di euro? L’arte è una merce come le altre e il Louvre un negoziante di prim’ordine?".
Qualche perplessità la mostra l'aveva generata anche a Verona, soprattutto per il costo elevatissimo: circa 8 milioni di euro, 4 dei quali per le spese legate all'organizzazione. "Stavamo facendo il passo più lungo della gamba" ha infatti commentato il presidente degli albergatori veronesi di Confcommercio, Sergio Cucini. "Dilettanti allo sbaraglio": è stato il giudizio dell'ex sindaco scaligero Paolo Zanotto. Mentre l'attuale primo cittadino, Flavio Tosi, ha espresso il suo "profondo rammarico" per il no del Louvre.
''Il vero problema", ha detto Goldin, "è stato quello, al contrario di quanto accaduto a Brescia o a Torino, di non disporre a Verona di una fondazione musei, strumento indispensabile per poter contare su procedure immediate, altrimenti rallentate dalle maglie dell'amministrazione comunale".

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