Caccia, tre bresciani finiscono nei guai nel pavese

Beccati dalle guardie con impianti di uccellagione illegali tra vischio, colla e richiami vivi. Due di loro denunciati, il terzo è riuscito a fuggire.

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(red.) Tre cacciatori bresciani sono finiti nei guai dopo aver condotto un’attività venatoria illecita in provincia di Pavia. E’ successo martedì 27 dicembre quando i tre capannisti, di cui due valtrumplini, sono stati sorpresi dalle guardie del Wwf, Cabs, polizia provinciale di Pavia e da quelli del comprensorio Atc. Nella zona di un vigneto di Miradolo Terme avevano piazzato un impianto di uccellagione con tanto di vischio e colla.

Poi, sfruttando alcuni richiami vivi illegali, riuscivano ad attirare i volatili verso la rete e restando in trappola. Tra l’altro, in un casolare vicino e loro punto di riferimento, sono stati trovati dei fucili impiegati per la caccia con appostamento fisso. Quella delle forze dell’ordine è stata l’ennesima operazione condotta contro i bracconieri nell’ambito di una serie di attività di sorveglianza che hanno riguardato anche le colline tra le province di Pavia e Milano.

Tra i bresciani, due di loro, uno residente a Polaveno e l’altro di Sarezzo, sono stati denunciati per uccellagione. Il terzo, invece, è riuscito a scappare. Per loro l’accusa è anche quella di caccia, visto che sono stati sorpresi di martedì, giorno in cui le doppiette devono restare ferme.

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