Bimbo annegato, il padre si era rivolto ai giudici

(red.) Non si fidava dell’ex moglie, tanto da recarsi ai magistrati perché non considerava la mamma dei suoi due bambini adeguata all’accudimento dei figli.
Si tratta del papà di Thomas, il bimbo di due anni e mezzo annegato domenica 30 giugno nella piscina in disuso della villetta di via Diaz a Ghedi (Brescia). Lo riporta il Corriere della Sera.
Nell’abitazione alle porte della cittadina bresciana vivevano la donna, 35 anni, il piccolo Thomas e il fratellino di otto anni.
L’uomo, da qualche tempo, non viveva più con la famiglia.
La sua richiesta è ora al vaglio dei giudici che si stanno occupando della tragica morte del bimbo. L’autopsia ha confermato che il decesso è sopraggiunto a seguito dell’annegamento. La madre è iscritta nel registro degli indagati per omicidio colposo e il figlio più grande è stato affidato al nonno materno.
Per la Procura si tratta di una fatalità, ma anche gli accertamenti psico-fisici eseguiti sulla madre subito dopo il drammatico epilogo sono finalizzati ad escludere altre ipotesi.
Domenica 30 giugno, quando la donna si è accorta che il bimbo non si trovava in casa ha iniziato a cercarlo insieme all’altro di otto anni. Quindi, disperata, ha chiamato i carabinieri. E proprio un militare dell’Arma ha trovato il corpicino del bimbo sul fondo cella vasca piena d’acqua stagnante.