Icone russe rubate, denunciato bresciano

Si tratta di un rivenditore, accusato di ricettazione ed incauto acquisto. Le otto immagini sacre, risalenti al '700, trovate durante un'indagine su un fallimento.

(red.) C’è anche un bresciano tra le quattro persone denunciate per ricettazione dalla Guardia di Finanza di Verona. Nei guai sono finiti due fratelli di Roncà (Verona) con l’accusa di contrabbando, e due rivenditori di Sona (Verona) e Brescia per ricettazione ed incauto acquisto.
Otto icone russe, risalenti ad un periodo tra il XVIII e la prima metà del XIX secolo, sono state recuperate dalle fiamme gialle della città scaligera durante un’altra attività d’indagine su un fallimento, che ha portato ad una perquisizione a Brescia. Da lì è stata ricostruita tutta la filiera, arrivando a Sona, dove sono state scoperte le prime cinque icone, mentre altre tre erano a casa dei due fratelli di Roncà, titolari di negozi di elettrodomestici e di beni d’antiquariato.
Le persone indagate, che hanno tra i 45 e i 55 anni, non sono coinvolte nel fallimento da cui ha preso il via l’indagine. L’icona più preziosa è stimata 2.600 euro, complessivamente le opere sequestrate hanno un valore di 13mila euro.

 

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