Ipertensione, di Brescia lo studio migliore

Alla clinica medica dell'Università di Brescia il prestigioso premio della American Heart Association per una ricerca sugli effetti della riduzione di peso nell'obesità.

(red.) La American Heart Association assegnerà il prossimo 21 settembre a Washington il premio per il migliore lavoro clinico, di ricerca di base e di scienza delle popolazioni pubblicato nell’anno 2011 sulla rivista scientifica “Hypertension”, la più autorevole rivista nell’ambito della ricerca sull’ipertensione arteriosa e una delle più prestigiose nell’intero ambito delle malattie cardiovascolari.
Ad aggiudicarsi l’autorevole riconoscimento, che verrà conferito nel corso del congresso annuale dell’ High Blood Pressure Research, sarà il Prof. Damiano Rizzoni, a nome di un gruppo di ricercatori della Clinica Medica dell’Università degli Studi di Brescia, diretta dal Prof. Enrico Agabiti Rosei.
Il lavoro premiato, dal titolo “Effects of weight loss on structural and functional alterations of subcutaneous small arteries in obese patients” ha indagato gli effetti di una cospicua riduzione di peso ottenuta mediante un intervento chirurgico che riduce l’assorbimento dei cibi, in pazienti con grave obesità, sulle alterazioni della struttura del microcircolo, sulla funzione endoteliale e su alcuni indici circolanti di stress ossidativo.
Il gruppo di ricerca bresciano ha potuto per la prima volta dimostrare che la riduzione del peso corporeo ottenuta con un approccio chirurgico, si associa ad un notevole miglioramento delle alterazioni strutturali e della funzione dell’endotelio nelle piccole arterie sottocutanee nonché degli indici circolanti di stress ossidativo. Lo stress ossidativo è causato dalla produzione di varie sostanze, come ad esempio i radicali liberi dell’ossigeno, in grado di danneggiare i vasi e alcuni organi, come il cuore, il rene, il cervello.
L’obesità si associa infatti, fra le altre cose, ad una marcata alterazione della struttura di parete dei piccoli vasi, che presentano una parete aumentata di spessore ispessiti e un calibro ridotto, ad una perdita della normale funzione dell’endotelio, lo strato di cellule che riveste internamente i vasi, ed a un aumentato stress ossidativo, tutti fattori che possono concorrere all’aumento del rischio cardiovascolare osservato in questi pazienti.
Gli stessi ricercatori avevano dimostrato, alcuni anni fa, che le alterazioni del microcircolo sono il più potente predittore di eventi cardiovascolari nei pazienti ipertesi e diabetici. La valutazione della struttura delle piccole arterie è stata eseguita con una tecnica, detta micromiografica, assai precisa ed attendibile, utilizzata in pochissimi laboratori di ricerca nel mondo, nella quale i piccoli vasi vengono dissezionati ed isolati da biopsie tissutali, e sottoposti a misurazioni morfologiche e valutazione delle risposte funzionali con una strumentazione assai sofisticata.
Lo studio è stato eseguito in collaborazione con la Cattedra di Chirurgia Generale e quella di Biochimica Clinica dell’Università di Brescia.
Il prestigioso riconoscimento corona oltre due decenni di attività del Laboratorio di Biologia Vascolare presso la Clinica Medica dell’Università degli Studi di Brescia, all’avanguardia nella ricerca clinica sulle malattie vascolari e metaboliche, con tecniche assai innovative e promettenti.

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