Omicidio dell’indiano, il presunto killer tace

(red.) Non ha risposto alle domande del gip Sardara Singh, 36 anni, il presunto killer di Buphinder Singh, il giovane indiano di 34 anni accoltellato a morte e nascosto in una valigia. L’individuo, sentito dal giudice Enrico Caravone per l’interrogatorio di convalida del fermo, non ha voluto raccontare alcun dettaglio sulla morte del suo connazionale, abbandonato su un pianerottolo in un palazzo di via Cremona, a Brescia. L’immigrato resta in custodia nel carcere di Canton Mombello.
Al momento del delitto, secondo gli inquirenti, c’erano tre persone presenti in casa, il presunto assassino, la vittima e il titolare del regolare contratto d’affitto dell’appartamento, costretto con la forza a tentare di occultare il cadavere. Oltre trenta i segni di arma da taglio riscontrati sul cadavere dall’autopsia. Oltre ad averlo colpito con un coltello, Singh, nella ricostruzione dei militari, ha infatti, tentato di disarticolare il cadavere con una mannaia per poterlo nascondere nel trolley rigido.
Il delitto sarebbe scaturito dalla mentalità aggressiva unita alla forza fisica dello straniero, ”un personaggio pericoloso” per i militari di Brescia. Bevitore accanito, alla costante ricerca di denaro per sbarcare il lunario, riusciva solo a portare a termine qualche lavoretto di volantinaggio. Raramente, hanno raccontato i carabinieri, pagava la propria quota d’affitto.