Ex Serini centro rimpatrio per migranti irregolari

La vecchia caserma militare di Montichiari scelta come uno degli undici poli nazionali previsti dal decreto Minniti. Levata di scudi dal centro destra.

(red.) L’ex caserma Serini di Montichiari, nel bresciano, è stata scelta dal ministero dell’Interno come uno degli undici centri nazionali di permanenza e rimpatrio degli immigrati irregolari. Che non c’entrano nulla con i richiedenti asilo aventi bisogno di protezione internazionale. Di questo mercoledì 10 maggio parleranno il governatore lombardo Roberto Maroni e il capo del Viminale Marco Minniti. Infatti, i nuovi centri (Cpr) sono un’evoluzione del vecchi istituti di identificazione ed espulsione e previsti dal nuovo decreto proprio del ministro dell’Interno.

La Serini sarà l’unico polo di questo genere in Lombardia e ospiterà fino a 120-130 migranti che saranno identificati per poi essere espulsi perché irregolari. Una scelta che ha preso in contropiede il Comune e le istituzioni a vario livello, anche se in realtà la sede monteclarense – che avrebbe dovuto ospitare profughi entro l’estate – era già finita sui taccuini del Viminale. Ma la decisione ha destato una levata di scudi da parte del centro destra. L’assessore lombardo alla Sicurezza, Immigrazione e Protezione civile Simona Bordonali ha sottolineato come la scelta sia stata calata dall’alto e senza sentire i pareri del Comune e del Pirellone.

Anche Fabio Rolfi della Lega Nord, stesso partito della Bordonali, ha contestato la decisione. Un altro assessore regionale, Viviana Beccalossi, ha evidenziato con i colleghi come il centro di permanenza e rimpatrio potrebbe significare la mancata volontà di rilanciare il vicino aeroporto “Gabriele D’Annunzio”. Vista la decisione del Viminale, è stato però chiesto allo stesso ministero di non inviare altri richiedenti asilo a Montichiari, dove la quota prevista è già stata superata.

Intanto, il sindaco Mario Fraccaro ha annunciato che lunedì 15 maggio sarà a Roma per parlare proprio con il ministro Minniti sul funzionamento del centro che sarà pronto in estate. Il primo cittadino si dice più “contento” di avere questo istituto, piuttosto che il vecchio Cie, ma porrà due condizioni: un finanziamento statale diretto al Comune per compensare il disagio e la garanzia di sicurezza e che non saranno più di 120-130 migranti. E’ già stato stabilito, comunque, che il Cpr sarà sorvegliato 24 ore su 24.

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