Borgosatollo, l’omicidio Gorni 10 anni dopo

Era l'8 aprile del 2004 quando il marmista 49enne fu trucidamente ucciso a colpi di fucile. Ancora oggi però c'è il buio su esecutori e movente. Lo sfogo del figlio.

(red.) Era l’8 aprile del 2004 quando un commando di sicari trucidò Floriano Gorni. Dieci anni dopo i nomi di quegli assassini sono ancora avvolti nel mistero. Eppure si tratta di uno dei delitti più efferati del Bresciano.
Floriano abitava a Borgosatollo e all’epoca aveva 49 anni, di professione marmista alla Cooperativa cavatori di Botticino Mattina. Una vita senza ombre e un uomo «tutto casa e lavoro», veniva giustiziato, apparentemente senza alcun motivo. Crivellato di colpi e poi scaraventato in un terreno di Sciara delle ginestre, alla periferia di Castenedolo, mentre la sua vecchia Fiat Uno rossa veniva incendiata lungo una stradina campestre vicino alle Bettole. Ciò che è sicuro è che si trattò di killer professionisti, che fecero sparire dalla scena del crimine ogni elemento investigativo: effetti personali, la tuta da lavoro, il cellulare.
Decine le persone interrogate nei giorni immediatamente successivi al delitto. Ma nessun movente venne mai alla luce, anche se l’esecuzione per un regolamento di conti è sempre sembrata l’ipotesi più plausibile visto l’efferatezza dell’omicidio.
Eppure gli inquirenti una loro idea se la fecero. «In cuor mio posso dire di conoscere movente e assassino, ma non basta per un processo» dichiarò  nell’ultimaintervista da Comandante provinciale dell’Arma il tenente colonnello dei Carabinieri Marco Riscaldati. L’ufficiale dei Cc una richiesta di fermo alla Autorità giudiziaria l’aveva sottoposta, ricevendo però un rigetto. Per mancanza di elementi concordanti. In Procura il fascicolo dell’omicidio Gorni resta aperto contro ignoti fino al 2009, quando arriva la svolta sotto forma di titoli di coda. Il 28 febbraio il pm Mara Pucci, oggi non più a Brescia, chiede l’archiviazione del caso. Che arriva pochi giorni dopo, il 9 marzo, con firma dell’allora Gip del Tribunale di Brescia Francesca Morelli.
Una realtà dura da accettare ancora oggi per il figlio Pierangelo, che sulla sua pagina Facebook, in occasione dell’anniversario si era lasciato andare a parole di rabbia e sconforto, augurandosi però una ripresa delle indagini. A partire da quella misteriosa telefonata anonima che rivelò al giovane i due nomi degli assassini coinvolti.
Nei prossimi giorni Pierangelo Gorni sarà nuovamente ascoltato dai carabinieri, con la flebile speranza di riuscire ad accoglere qualche elemento in più per riaprire il caso.

 

 

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