Orlando, corsa per il Pd: “Sarò vostro segretario”

Il sindaco di Roncadelle rompe gli indugi e si propone al suo partito: "Tre regole per cambiare le strategie politiche. E' il momento di Renzi. In città stimo De Martin".

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(v.p.) Michele Orlando è disponibile a candidarsi come segretario provinciale del Pd di Brescia. Il sindaco di Roncadelle – classe 1975 – lo ha annunciato venerdì 13 settembre, sottintendendo di essere pronto a correre contro Pietro Bisinella, che cercherà una riconferma, e con eventuali altri competitori.
Naturalmente la candidatura non è ancora ufficiale, dato che sarà nell’assemblea del 20 settembre che i Democratici decideranno i termini e i modi della sfida congressuale nella nostra provincia. Orlando comunque ci crede, e quiBrescia.it ha fatto due chiacchiere con lui.
DOMANDA. Prima cosa, per chi voterà nel partito a livello nazionale?
RISPOSTA. Sono ancora indeciso, anche se credo che sia arrivato il momento di Matteo Renzi. Lo ritengo una risorsa straordinaria per il Partito Democratico.
D. Quindi voterà Renzi?
R. Ancora non ho deciso, ma comunque non sono stato un renziano della prima ora, né intendo diventarlo per comodità elettorale.
D. E cosa dice dell’antagonista Gianni Cuperlo?
R. E’ un’ottima persona e un intellettuale di rilievo, anche se gli manca il mordente da leader che in questo momento è necessario.
D. Che ruolo avranno le correnti nella nomina del segretario provinciale di Brescia?
R. Il segretario deve essere, prima di tutto, legato al territorio più che alle diverse mozioni interne. E’ questa la linea che il partito probabilmente darà il prossimo 20 settembre.
D. E le sembra possibile che si possano tagliar fuori le diverse componenti che si muovono nel Pd?
R. Non lo so, ma credo che ci sia per davvero una volontà comune di questo genere. Prendiamo per esempio i miei sostenitori: sono espressione di diverse aree del partito, tuttavia condividono idee e progetti.
D. Ma la sua candidatura quando e in che ambito è nata?
R. Tecnicamente non è ancora una candidatura, ma il mio nome circola da giorni e questo lo sanno tutti. Poi, sentendo alcuni pareri, ho visto intorno a me un consenso crescente all’interno del partito.
D. Come si capiscono queste cose?
R. Parlando. Ma io ho anche ricevuto una lettera di 26 nomi di rilievo del partito che si spendevano per la mia candidatura.
D. Smetterebbe di fare il sindaco?
R. Proprio no. I cittadini di Roncadelle non devono preoccuparsi. Se anche sarò eletto nel partito, resterò in carica fino alla fine del mandato.
D. A proposito di componenti. Lei è sempre stato accostato ai grandi vecchi del Pd (ala ex Ds): Claudio Bragaglio, Paolo Corsini e Pierangelo Ferrari, tanto per fare qualche nome.
R. Questo è vero, ma le scelte che mi riguardano le prendo in estrema solitudine, valutando ogni questione. Se non sono convinto di una cosa non la faccio.
D. Certo, anche se in politica certe richieste non si possono rifiutare…
R. Nel 2006 ho ricevuto fortissime pressioni per candidarmi come segretario provinciale dei Ds. Le posso assicurare che ci sono state persone autorevoli che hanno insistito e molto.
D. Ma lei ha rifiutato, ha scelto di fare il sindaco di Roncadelle. E forse proprio per questo è stato anche un po’ isolato dal partito…
R. Non mi sentivo pronto, ho preferito proseguire il mio percorso.
D. In quel periodo i tre grandi vecchi erano saldamente al comando…
R. Erano al comando saldamente perchè gli è sempre stato lasciato spazio.
D. Tornando alla sua candidatura, implicitamente ha lanciato la sfida al segretario uscente Bisinella. Cosa farebbe di diverso da lui?
R. Sono tre gli ambiti in cui mi impegnerei: rafforzamento del profilo politico, maggiore presenza e dialogo con la società bresciana, maggiore connessione e appoggio politico alle nostre amministrazioni.
D. Da sindaco, ha vissuto questa lacuna?
R. Diciamo che avrei voluto poter discutere politicamente di alcune questioni strategiche, proprio per avere un indirizzo e poterlo condividere con altri amministratori.
D. Qualche esempio…
R. Avrei voluto un dibattito maggiore, per esempio, su temi importantissimi come l’acqua e gli Aato. O sulle problematiche del patto di stabilità. Le giunte devono prendere le decisioni, mentre il partito deve avere il coraggio di spiegare le scelte intraprese alla gente e alle realtà associative di diversa natura.
D. Con la segreteria cittadina, invece, che rapporti ha?
R. Ho un ottimo rapporto con il segretario Giorgio De Martin. Sappiamo tutti che sosterrà la candidatura di Pietro Bisinella al congresso, ma questo non mi preoccupa. Secondo me Giorgio ha lavorato benissimo in questi anni e ha tanti meriti se la città è tornata ad essere amministrata dal centrosinistra. Sostiene il Bisi? Nessun problema, il rispetto e la stima restano.
D. Il segretario provinciale del Pd deve avere un occhio di riguardo per il capoluogo, è d’accordo?
R. Assolutamente. La nostra città deve essere il fulcro della politica locale, per una serie di cose. E la segreteria, dirigenti compresi, devono sostenere le scelte del sindaco Emilio Del Bono.
D. A proprosito, ha qualche consiglio da dare al primo cittadino di Brescia?
R. Nessun consiglio, ma Emilio ha avuto una grandissima intuizione: la giunta dei sindaci. Vorrei che il progetto decollasse e che finalmente ci fosse una partecipazione effettiva nelle politiche amministrative. C’è stato un incontro ai primi di agosto, ora mi piacerebbe che ci fosse, in qualche modo, un’ufficializzazione del progetto.
D. Un’ultima battuta la meritano i Renziani di Brescia, al momento la forza meno schierata in questa competizione congressuale provinciale...
R. Le alternative che hanno sono due. O presentano un candidato, o sostengono uno dei due nomi che al momento ci sono sul tavolo. So che stanno ancora facendo un percorso di elaborazione programmatica.
D. Elaborazione programmatica? Un modo per dire che si schiereranno con chi vincerà?
R. Non direi. Piuttosto un modo per individuare analogie e punti d’incontro con le altre correnti. Personalmente non sono un renziano ma stimo Matteo Renzi. Stimo molto anche il reggente della segreteria regionale Alessandro Alfieri, che ha sostituito Maurizio Martina.

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