Azzano Mella, Safer: “Il Comune ci ridia i soldi”

La ditta franciacortina si è rivolta al Tar per ottenere i 2,6 milioni di oneri anticipati tre anni fa e non ancora restituiti per la (mancata) realizzazione del polo logistico.

(red.) Un nuovo capitolo si è aperto nella complessa e ingarbugliata vicenda del Polo logistico di Azzano Mella. Infatti, i legali della Safer, la ditta che avrebbe dovuto realizzare per conto di Esselunga il più grande centro di stoccaggio e movimentazione merci del Nord Italia, ha depositato al Tar di Brescia un ricorso contro il Comune di Azzano.
La ditta di Corte Franca ha chiesto la restituzione di 2,6 milioni di euro, vale a dire la parte mancante dei cinque milioni di oneri di urbanizzazione anticipati tre anni fa all’ente locale e in parte restituiti.
Si è aperto così per la giustizia amministrativa un nuovo filone che va ad affiancare quello relativo alla costruzione del Polo logistico, non ancora del tutto chiuso. Dopo la sentenza con cui cinque mesi fa il Consiglio di Stato ha confermato il verdetto del Tar di Brescia che, nel novembre 2011, accogliendo l’istanza dei Comuni di Capriano del Colle, Dello, Parco del Monte Netto e Legambiente, aveva affossato il progetto del Polo, la Safer ha notificato ai giudici di Palazzo Spada un ricorso in cui  si chiede la revoca della sentenza.
L’udienza è stata fissata per il 19 marzo, ma, in attesa del giudizio del Consiglio di Stato e temendo l’ennesimo e definitivo stop, la ditta, dopo una richiesta soddisfatta solo a metà, ha deciso di rivolgersi al Tar per chiedere la restituzione di quanto gli spetta.
La richiesta della Safer ha messo in grave difficoltà l’Amministrazione comunale di Azzano Mella, che rischia il default finanziario. Infatti, come ha dichiarato il sindaco, Silvano Baronchelli, l’ente locale, già salassato dalla restituzione di 2,4 milioni di euro, non dispone di tanta liquidità. A onor del vero, il Comune aveva proposto alla Safer un piano di rientro pluriennale per saldare il debito, ma la ditta non ha mai risposto. Inoltre, sempre secondo il sindaco, i soldi che mancano, 2,6 milioni di euro, non ci sono perché sarebbero stati utilizzati dalla precedente Amministrazione.
La vicenda è nata, in effetti, quattro anni fa, quando la giunta  in carica in quel periodo ad Azzano Mella, approvò la realizzazione del Polo logistico. Le autorizzazioni rilasciate da Comune e Provincia furono impugnate davanti al Tar. Da qui tutto ha avuto inizio.
Il sindaco Baronchelli ha proseguito dicendo che se il tribunale dovesse imporre la restituzione dei 2,6 milioni, il Comune sarà costretto ad accedere al fondo pre-dissesto, come previsto dalla legge, con tutte le immaginabili conseguenze. Il Comune dovrà cioè stendere un piano di rientro e sottoporlo alla Corte dei Conti e al Ministero dell’Interno. Qualora tale piano venisse bocciato verrebbe dichiarato il dissesto dell’ente e il commissariamento.
Ci sarebbe anche un’altra strada. Il revisore dei conti del Comune di Azzano Mella a novembre si è rivolto alla magistratura contabile, cui ha sottoposto un quesito. I 2,6 milioni di euro potevano essere spesi o dovevano essere accantonati? Una risposta negativa chiamerebbe in causa la vecchia Amministrazione. A marzo, forse il centro di stoccaggio sarà definitivamente affossato dal Consiglio di Stato, ma, c’è da scommetterci la vicenda non si concluderà qui.

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