Brescia smaltisce i rifiuti di 60 comuni orobici

Aumenta il numero delle amministrazioni bergamasche che, per via di tariffe più convenienti, portano i loro residui solidi urbani nell'inceneritore di A2A.

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(red.) Esattamente un anno fa anche quiBrescia.it dava notizia che i bergamaschi trovavano più conveniente (dal punto di vista prettamente economico) smaltire i propri rifiuti nel termovalorizzatore di Brescia. Tariffe più basse di quelle praticate dall’impianto Rea di Dalmine attraevano così alcuni comuni orobici verso la struttura gestita da A2A. Certamente una notizia non buona per il fronte ambientale bresciano.
La novità è che ora questa “fuga di rifiuti” si sta allargando a macchia d’olio e sarebbero già una sessantina le municipalità bergamasche (su 200) pronte ad abbandonare i confini provinciali per smaltire, a prezzi vantaggiosi, o rifiuti in quelli bresciani.
Una possibilità offerta dalla “liberalizzazione” che consente alle amministrazioni di rivolgersi alle aziende che garantiscono il servizio più conveniente, come è, appunto, quello bresciano, dove smaltire una tonnellata di rifiuti costa 92 euro contro i contro i 113 di Dalmine, ovvero circa il 20% in meno.
E i comuni, costretti a fare i conti con tagli e riduzione di risorse, guardano con attenzione anche a questa opportunità.
Il raggio di raccolta dei rifiuti dalla vicina Bergamo potrebbe ulteriormente allargarsi perché la “G.eco srl”, società derivata dalla Saab di Trev iglio, che possiede un bacino di utenza di 78 comuni, potrebbe “scegliere” A2A come socio privato al 40% affidandole la convenzione per lo smaltimento dei rifiuti.
L’inceneritore di via Codignole può smaltire 800mila tonnellate l’anno di rifiuti, ma parte è biomassa, parte è costituita da rifiuti solidi urbani. Resta da vedere se Brescia possa rinunciare a un certo quantitativo di biomassa per bruciare invece i rifiuti solidi urbani, anche quelli provenienti “oltre confine”.

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