La situazione a Gaza nelle parole di una volontaria bresciana. Sabato un’altra manifestazione

L'ottava iniziativa per chiedere la fine dei bombardamenti su Gaza. L'appuntamento è in piazza Rovetta alle ore 15.30. Invito speciale per i lavoratori della sanità.

incontro centro sociale Chiesanuova Giuditta Brattini Gaza

Brescia. Nella serata di giovedì 16 novembre si è tenuto il settimo evento in un mese in solidarietà con la Palestina, una conferenza questa volta. Sabato 18 è prevista l’ottava iniziativa: dalle 15.30 alle 18.30 in piazza Rovetta è in programma un presidio per chiedere la fine dei bombardamenti, con una manifestazione dedicata del personale sanitario bresciano. Dopo i 5 presidi che hanno raccolto oltre 10mila partecipanti e un corteo di 3mila persone, giovedì sera c’è stata una serata di testimonianza diretta.

Nel centro sociale del quartiere Chiesanuova, in via Livorno, si è tenuta una testimonianza pubblica della volontaria Giuditta Brattini. La sala era stracolma, un pubblico molto eterogeneo di circa 300 persone. Brattini è una cooperante di Gazzella Onlus e collaboratrice di Fonti di Pace, rientrata la settimana scorsa dalla Striscia di Gaza dopo essere rimasta bloccata in un ospedale sotto le bombe israeliane. La sua evacuazione dalla Striscia, posta sotto assedio totale, è avvenuta grazie un’intenso sforzo diplomatico dell’ambasciata italiana. La volontaria è stata scortata dai carabinieri attraverso il valico di Rafah, unica uscita via terra frequentemente bombardata da Israele.

“La situazione è allo stremo – ha esordito Brattini -. È dal 2007 che Gaza è in grande carenza di presidi sanitari: siamo già a 11 mila morti, di cui il 40% bambini, e 30 mila feriti”. Si tratta di un numero impressionante, in un mese le persone uccise sono più di tutti i civili morti in un anno di invasione russa in Ucraina. Proprio come in Ucraina sono all’ordine del giorno i crimini di guerra, come i bombardamenti sulle infrastrutture civili e l’assedio totale, e l’impiego di armi vietate dal diritto internazionale “Viene usata la bomba al fosforo, i cui frammenti cadono dal cielo bruciando la pelle e creando grande difficoltà negli interventi”.

“Fin dall’inizio i bombardamenti sono cominciati proprio sulle strutture sanitarie” ha dichiarato la cooperante. Israele accusa infatti Hamas di nascondersi in tunnel nascosti sotto gli ospedali, ma questi sono stracolmi di feriti e di persone sfollate che cercano un posto sicuro dove ripararsi. Bombardare le strutture sanitarie è inoltre una grave violazione della Convenzione di Ginevra. “Lo Shifa Hospital a Gaza City è stato occupato dall’esercito israeliano, dicevano che fosse un comando di Hamas e probabilmente di altri gruppi. Tuttavia, fino ad oggi non sono state trovate prove concrete di questi comandi”.

Oltre agli ospedali bombardati, in tutte le strutture manca il materiale, le medicine, la corrente e la linea telefonica a causa dell’assedio. Solo recentemente è stata fatta passare dal valico di Rafah una quantità simbolica di aiuti umanitari, ma sono una goccia nel mare e da questi è stato tolto il gasolio per i generatori perché l’esercito israeliano teme che possa essere usato per scopi bellici. “Non c’è più la possibilità di curare le persone nelle sale di rianimazione, hanno dovuto staccare le incubatrici e 120 bambini stanno andando incontro ad una lenta agonia, alcuni sono già morti” ha detto Brattini.

Anche le scuole sono state bombardate, comprese quelle costruite dalle Ong internazionali o dalle Nazioni Unite. Molti membri del personale, sia palestinesi sia di altre nazionalità, sono stati uccisi. La metà delle case della Striscia è inagibile, il 10% è stata distrutta. Gli sfollati sono 1.6 milioni. “Ora tutto dipende dalla comunità internazionale: è stato chiesto un cessate il fuoco e l’Italia si è astenuta. Credo che un Paese che ripudia la guerra avrebbe dovuto votare a favore, c’è un genocidio in corso e va fermato subito. Bisogna tornare a come era la Palestina storica, con tutte persone libere di professare la propria religione” ha concluso la cooperante.
La manifestazione della cittadinanza bresciana in solidarietà con il popolo della Palestina è sabato 18 novembre, alle 15.30 in piazza Rovetta. Un invito speciale a partecipare è stato rivolto ai lavoratori del settore sanitario.

manifestazione pro Palestina

 

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