Fenaroli: “Rivedere i tagli alla spesa sanitaria”
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(red.) Dopo le denunce dei giorni scorsi sulle ripercussioni della spending review su farmacie e ospedali, Marco Fenaroli ha chiesto un incontro con i sindacati dei pensionati, sensibili antenne del disagio sociale; l’intenzione è anche di incontrare presto i farmacisti già in agitazione.
“Poteva essere l’occasione per cambiare il modo di amministrare le risorse pubbliche, eliminando sprechi, clientele e privilegi, rendendole produttive. E invece si è arrivati ai tagli lineari”. Secondo Fenaroli, “diminuire, ad esempio la spesa pubblica in farmaci non significa far diminuire le prescrizioni improprie. F’orse si teme che, con l’abbassamento del tetto di spesa per i territori, venga accentuato il controllo burocratico amministrativo sulle prescrizioni dei medici di base, a scapito del bisogno reale di cura degli ammalati, con il rischio concreto di accrescere la già pesante quota di spesa per la salute a loro carico o di ampliare il numero di quanti sono obbligati a scegliere tra le cure che possono pagarsi e quali no.
Se non vengono coinvolti medici e farmacisti, che prescrivono e distribuiscono, non si può risparmiare con saggezza”. Sugli ospedali, Fenaroli ritiene che un sicuro risultato del taglio di posti letto sarà mettere a carico delle famiglie i tempi ed i costi dell’ assistenza che gli ospedali non garantiranno: le dimissioni precoci torneranno a crescere.
“Il diritto costituzionale alla tutela della salute è da tempo minato, perché subordinato alle possibilità economiche delle famiglie di sostenere i costi l’assistenza, in un quadro da tempo disastrato dal taglio progressivo dei fondi nazionali, regionali e comunali. La spesa pubblica diminuisce non perché cresce la sua efficienza, ma semplicemente perché chi è in difficoltà deve pagare di tasca propria o fare senza.
Mentre la timida promessa della patrimoniale sulle rendite e della lotta all’evasione fiscale va trasformandosi in propaganda elusiva dei problemi, lavoratori e pensionati pagano subito: in questo la musica non cambia rispetto a quella suonata dalla destra al governo fino allo scorso anno. Il nuovissimo piglio del Presidente del Consiglio denota strabismo sociale.
Il futuro del Paese è a rischio per questo: corruzione e malaffare non vengono aggrediti, il conto della rapina fatta da altri viene presentato di nuovo a dipendenti, precari e pensionati: la questione, adesso, è che non ne hanno per davvero più”.
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