Caparini e Giulietti contro la svendita di Palazzo Labia

Più informazioni su

(red.) La Rai non svenda Palazzo Labia nel tentativo di risolvere i suoi problemi di bilancio. Lo chiedono in un’interrogazione presentata in Commissione Vigilanza il deputato bresciano Davide Caparini (Lega Nord) e Giuseppe Giulietti (gruppo Misto).
“La prestigiosa struttura in campo San Geremia è il simbolo della cultura veneta alla pari del Gran Teatro La Fenice e dunque deve essere protetta e valorizzata e non svenduta come invece sembra voler fare la Rai.  Il consiglio di amministrazione della Rai”, scrivono i deputati, “nel 2007 aveva già deliberato l’alienazione di Palazzo Labia preferendogli una nuova sede in terraferma. Nulla di fatto sino ad ora ma la Rai conferma che la ricerca di un acquirente andrà avanti. E’ un progetto che va fermato”.
“È una cosa assurda”, sottolineano Caparini e Giulietti. “E’ come se Roma, per ottenere soldi, cercasse di vendere il Colosseo o Milano desse via Brera. Serve un’azione corale per valorizzare un patrimonio inestimabile che rischia di essere svenduto per problemi di bilancio. Palazzo Labia è un centro culturale a livello mondiale”.
“La Rai non possiede uno strumento adeguato di promozione culturale. Venezia, fra la Biennale, la Mostra del cinema, il Festival del teatro, alcune prestigiose fondazioni e musei, è tuttora uno dei maggiori centri culturali d’Europa, conosciuto in tutto il pianeta, che però non viene adeguatamente sostenuto e promosso. Di fronte a queste prospettive di ampio respiro la Rai può ridare forza al Centro culturale Labia trasformandolo in un formidabile ed efficiente strumento di diffusione della cultura”, concludono i deputati, “compiendo scelte culturali di grande significato e di grande utilità per il turismo, il lavoro e più in generale per la crescita sociale dell’intero territorio”.

 

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.