Lonato, alla Feralpi inaugurato “Mondo d’acciaio” di Emilio Isgrò

Giovedì mattina il taglio del nastro della seconda opera dell'artista, gemella della prima posizionata a dicembre presso il parco delle sculture del Viridarium a Brescia.

Lonato del Garda. Durante l’evento “Per la cultura, per la comunità” tenutosi giovedì mattina presso gli stabilimenti di Lonato del Garda (Brescia), Feralpi Group ha inaugurato la seconda opera dal titolo “Mondo d’acciaio” del Maestro Emilio Isgrò, gemella della prima posizionata a dicembre presso il parco delle sculture del Viridarium a Brescia.
Alla presenza dei vertici aziendali Giuseppe e Giovanni Pasini, rispettivamente presidente e consigliere delegato di Feralpi Group, della sindaca di Brescia Laura Castelletti e del sindaco di Lonato del Garda Roberto Tardani, del Maestro e della Presidente di Fondazione Brescia Musei, Francesca Bazoli, è stato svelato il secondo mappamondo in acciaio di Isgrò, anch’esso del diametro di quattro metri prodotto grazie al know-how ingegneristico di Feralpi, nell’ambito di un innovativo progetto di mecenatismo culturale dell’azienda.

Anche questa seconda imponente opera riproduce il globo terracqueo, fissato al terreno mediante l’asse terrestre, e la rete dei paralleli e dei meridiani. Sulle superfici opache che delimitano le terre emerse e i vari continenti, Emilio Isgrò ha cancellato i nomi delle nazioni e delle città, ad esclusione di Brixia, scelta che pone l’accento sulle origini romane della città, sottolineando anche quanto le sue radici latine siano state di vitale importanza negli sviluppi della sua storia urbanistica culturale e continuino a essere un punto di riferimento per il territorio.
Il Maestro Isgrò e la sua arte hanno assunto il ruolo di catalizzatori tra cultura e impresa elevando l’opera realizzata a simbolo che ben rappresenta le capacità imprenditoriali e professionali del territorio bresciano.

«Il progetto che ha visto la nascita di “Mondo d’acciaio” – si legge in una nota aziendale – conferma il mecenatismo di Feralpi, che ha adottato da tempo alcune linee guida per indirizzare le proprie azioni nell’ambito di un fattivo dialogo con il territorio in cui è inserita, sotto il profilo sociale, culturale e educativo. In particolare, nell’ambito della cultura come formazione, nello sviluppo dell’imprenditorialità, nella divulgazione e educazione sul mondo dell’acciaio e nella salvaguardia del patrimonio artistico e storico del proprio territorio».
«La strategia ESG di Feralpi – continua il comunicato – non prevede solo un forte impegno umano e finanziario in tema di decarbonizzazione, ma include una profonda responsabilità nell’ambito sociale grazie a una concezione dell’azienda come patrimonio della collettività che distribuisce valore sotto forma anche di attività culturali. E ancora, la consapevolezza dell’importanza di avere un “buon governo” affinché l’etica e i valori di impresa si trasferiscano in azioni che promuovano l’inclusione. Feralpi abbraccia metaforicamente il mondo che tutti noi condividiamo e che Isgrò ha voluto rappresentare in “Mondo d’acciaio”».

mondi di Isgò Feralpi

«Mondo d’acciaio – la cui realizzazione è stata possibile grazie a una forte collaborazione tra primo, secondo e terzo settore – suggella il termine del percorso di Brescia e Bergamo Capitale Italiana della Cultura, rappresentando, come ogni “cancellazione” di Isgrò, un nuovo inizio di una comunità, Brescia, che si propone come territorio d’arte e d’industria – ha commentato Giovanni Pasini, Consigliere delegato di Feralpi Group. – Feralpi è stata tra le prime aziende ad aderire alla Alleanza per la Cultura promossa da Brescia Musei perché riteniamo sia fondamentale valorizzare il patrimonio artistico cittadino e sostenerne gli eventi culturali. “Mondo d’acciaio” simboleggia” anche la sintesi tra la cultura del lavoro, del fare, dell’impresa e la cultura del dono».

«Cancellare un mondo a pezzi, come oggi appare il mondo
in cui viviamo – ha commentato Emilio Isgrò –  non è un’opera di distruzione, come può apparire a una valutazione superficiale, ma il tentativo dell’arte di segnalare che il nostro pianeta è in una condizione di obiettivo pericolo, e dobbiamo essere uniti per fermarci in tempo sulle soglie di un rischio che altrimenti diventa irrimediabile».

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