1.600 morti nelle Rsa bresciane in due mesi, aperti 60 fascicoli
Vittime tra febbraio e marzo, ma non tutte per Covid. Si moltiplicano gli esposti arrivati alla procura bresciana.
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(red.) 1.600 deceduti nelle case di riposo che dipendono dall’Ats di Brescia (non, quindi, in Valcamonica) tra febbraio e marzo. Ovviamente non tutti a causa del coronavirus, ma bisogna anche considerare che molte delle vittime non erano mai state sottoposte a un tampone, lasciando quindi il mistero sulle cause.
Sono i numeri riferiti a 84 residenze sanitarie per anziani che nelle scorse settimane i carabinieri del Nas di Brescia hanno controllato, acquisendo numerosa documentazione e depositando diciannove relazioni preliminari al pool di magistrati attivo nella procura di Brescia.
E proprio dagli ambienti investigativi si ha notizia di sessanta tra fascicoli ed esposti presentati da associazioni e cittadini (tra case di riposo e ospedali) per capire cosa sia successo in quei due mesi di ecatombe. In ogni caso tutte le inchieste sono state aperte contro ignoti e non ci sono indagati, anche se sarebbero già iniziati una serie di interrogatori.
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