Lorandi, deposizione tra le lacrime

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Sette ore d'interrogatorio per il marmista accusato della morte della moglie.


(red.) Bruno Lorandi, il marmista di Nuvolera, è stato interrogato oggi per sette ore davanti alla corte nel processo che lo vede imputato per l'accusa dell'omicidio volontario della moglie Clara Bugna.
Durante la lunga deposizione, durante la quale ci sono stati numerosi momenti di tensione, l'uomo è scoppiato in lacrime più volte rispondendo alle domande del pm Claudia Moregola. Anche quando ha ricordato la morte del figlio Cristian, ucciso nel 1986 quando aveva dieci anni. L'assassino non fu mai trovato e lo stesso Lorandi fu processato e assolto per il delitto.
''Non ho mai creduto che mia moglie si fosse suicidata, come si sosteneva in un primo momento", ha detto Lorandi rispondendo tra e lacrime alle domande dell'accusa. "Ma ho sempre pensato all'omicidio: credo che in casa sia entrato qualcuno''.
Riferendosi ai suoi rapporti con la moglie ha detto: ''Eravamo felici". E il giorno dell'omicidio sostiene di averla salutata lasciando l'abitazione quando era ancora viva: "La sera prima avevamo fatto l’amore, prima in soggiorno e poi in camera da letto. Quando sono uscito per andare al lavoro Clara era viva, mi ha tirato le orecchie per il mio compleanno e mi ha detto che per regalo saremmo andati un fine settimana in Val di Non. Le ho dato un bacio mentre era a letto e sono uscito. Credo che dopo sia entrato qualcuno in casa", ha detto Lorandi.

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