Aeroporti, la crisi della Catullo

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catulloverona1.jpgControlla anche Montichiari e ha conti in profondo rosso. Ora chiede 40 milioni ai soci.


(red.) La crisi della Catullo spa, la società che gestisce gli aeroporti di Villafranca e di Montichiari, controllata dagli enti locali veronesi e trentini (con una partecipazione del 5% ciascuna della Provincia e della Camera di commercio di Brescia) sta emergendo in tutta la sua drammaticità e con un impatto considerevole per i conti degli enti pubblici azionisti.
Il presidente Fabio Bortolazzi sta infatti battendo cassa. E in una lettera inviata ai soci qualche giorno fa chiede di approvare per la Catullo un aumento di capitale di ben 40 milioni di euro. Il motivo? La previsione anche per quest’anno di un bilancio da profondo rosso: più o meno 4,7 milioni di perdita nel 2008 contro gli 1,7 milioni già persi nel 2007, mentre il numero dei passeggeri scenderà a quota 3,4 milioni contro i 3,5 dello scorso anno.
Bortolazzi, nella sua missiva, imputa le cause della débacle amministrativa alla crisi finanziaria mondiale, alla paralisi dell’Alitalia, al calo dei voli charter e all’aumento dei low cost, ai problemi tecnici e ai costi imposti dalle normative, ma anche alla forte riduzione dei voli cargo sullo scalo Gabriele D'Annunzio di Montichiari, dove la Ocean Airlines non è stata sostituita. E le prospettive? Non buone, perché tra l’altro per il futuro del Catullo è a rischio anche l’operatività di Alitalia e Air One.
Il quadro reale è quindi ben lontano dall’ambizioso piano di sviluppo sbandierato per il sistema aeroportuale del Garda solo pochi mesi fa, che prevedeva in cinque anni quasi 200 milioni di euro di investimenti tra Verona e Brescia. Ormai è chiaro che questi soldi sarà impossibile trovarli e Bortolazzi cerca di portare a casa un po' di contanti per tamponare le falle (attuali e pregresse) nei conti.
Una situazione che aiuta a capire meglio anche la mano tesa negli ultimi mesi (leggi qui) dai veronesi ai bresciani di Abm (la società controllata dalla associazioni imprenditoriali che vuole la gestione di Montichiari), per convincerli a versare soldi aumentando la presenza della nostra provincia nella Catullo spa e diventando azionisti di riferimento della D’Annunzio spa, la controllata che gestisce lo scalo monteclarense, anch'essa in una situazione economica (leggi qui) e di prospettive (leggi qui) disastrosa.

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