Nevediversa, Legambiente: «A Montecampione “accanimento terapeutico” sugli impianti»

Il dossiere dell'associaizone ambientalista passa al setaccio tutte le strutture sciistiche abbandonate in Lombardia alla luce dei cambiamenti climatici in corso.

Brescia. La crisi climatica sta avendo un forte impatto sulle destinazioni turistiche invernali a bassa e media quota. La durata del manto nevoso nell’anno si e accorciata e le temperature medie innalzate, con una prospettiva al 2050 di 3°C in piu , come se le montagne si fossero abbassate di cinquecento metri.
È quanto emerge dalla pubblicazione del dossier “Nevediversa 2024”, che illustra le condizioni di impianti da sci dismessi o abbandonati e analizza gli ingenti costi ambientali ed economici per sostentare il comparto sciistico con innevamento artificiale anche in assenza di precipitazioni nevose.

innevamento artificiale

La mancanza di neve, la contrazione della stagione invernale, i costi sempre più alti per il mantenimento e il rinnovamento delle infrastrutture e la conseguente difficolta nell’ammortizzare
gli investimenti hanno causato la chiusura di molti comprensori sciistici, contribuendo ad accentuare la tendenza di spopolamento delle aree montane.
In Lombardia sono stati censiti ventuno edifici fatiscenti d’alta quota, veri monumenti della ‘ritirata’ del turismo invernale, tra colonie, hotel e rifugi abbandonati al degrado.
Gli impianti dismessi: caso simbolo di Nevediversa 2024 i due due skilift, la seggiovia monoposto e alcuni edifici in liquidazione dal 1997, tuttora abbandonati a Pià Spiss, Ardesio (Bergamo), ma la
Lombardia ne conta ben ventitrè.
Ci sono, inoltre, impianti sottoposti a una sorta di “accanimento terapeutico”, come nel caso di
Montecampione (Brescia) tra i 1200 e i 2000 metri di altitudine per cui sono stati stanziati 13 milioni di euro dalla Regione Lombardia per il rifacimento di 3 impianti, per riprodurre esattamente lo stesso modello turistico che è entrato in crisi anche a causa della irreversibile riduzione dell’innevamento naturale.

montecampione senza neve

Il dossier Nevediversa monitora anche i bacini artificiali costruiti in Italia e utilizzati principalmente per l’innevamento artificiale. La stima degli invasi e stata condotta tramite l’analisi di immagini satellitari.
Dei 158 neo-bacini individuati per una superficie totale pari a 1.853.233 mq circa nell’arco alpino 22 sono in Lombardia, per un totale di quasi 130.000 mq. Ad essi si dovranno sommare i numerosi invasi in costruzione o in fase di progettazione, oltre ai serbatoi, anch’essi numerosi ma non facilmente identificabili.
Mentre la crisi climatica riduce l‘innevamento, la Regione Lombardia introduce diverse misure a sostegno alle località sciistiche.
Vanno dal Bando Neve programmata del 2019 con 35 progetti finanziati per un totale di 11.160.644 euro ai Bandi Innevamento (2018-2022). Questi ultimi sono definiti come una misura di sostegno strutturale alla gestione ed esercizio degli impianti di risalita, finanziata con uno stanziamento annuale compreso tra 1,4 e 1,6 milioni di euro. Complessivamente sono stati erogati oltre 7 milioni di euro, che hanno interessato tra i 40 ed i 45 soggetti beneficiari, gestori di impianti di risalita e piste da sci.
C’e poi il bando comprensori sciistici locali (2022). I progetti finanziati sono 26 per un totale di 3.127.096 euro.

«Infine – vine sottolineato –  non potevano mancare i finanziamenti alle infrastrutture sportive per i Giochi Olimpici e paralimpici invernali 2026, in particolare per: un nuovo invaso nella ski area di Carosello 3000 a Livigno, contributo regionale di 6.363.000 euro; collegamento dei versanti sciistici est ed ovest di Livigno, con un contributo regionale di 19.630.000 euro;  infrastrutture per innevamento nei Comuni di Bormio e Valdisotto, con un contributo regionale di 8.000.000 euro; ampliamento del demanio sciabile “Medio Tonale – Cima Sorti” tramite un impianto per il collegamento con il demanio sciabile dell’Alta Valtellina con 10 km di nuove piste attrezzate con innevamento programmato, con un contributo regionale di 25.000.000 euro».

«Ma il regalo piu consistente in Lombardia – sottolinea il dossiere di Legambiente – è arrivato a Natale 2023. Ben 50 milioni di euro destinati dal Ministro al Turismo Daniela Santanché, (un terzo del totale di quanto devoluto complessivamente ai comprensori montani italiani) ai comprensori di Lecco, Sondrio, Brescia e Bergamo».
«Da non dimenticare infine l’iniziativa “OltreLario: Triangolo Lariano meta dell’outdoor”, che interessa il monte San Primo. Come riportato dal progetto di fattibilita tecnica ed economica i finanziamenti stanziati ammontano a piu di cinque milioni di euro: un milione erogato da Regione Lombardia, un milione dalla Comunita Montana Triangolo Lariano, tre milioni dal ministero dell’Interno.

«Strada sempre piu in salita per le Olimpiadi 2026 a due anni dallo start: la sostenibilità – sostiene l’associazione ambientalista – è un miraggio, la crisi climatica incombe con i suoi impatti, e poi ci sono i ritardi nei progetti e nell’avvio dei lavori, rialzi ed extra costi, gare deserte e offerte di impianti oltreconfine, ripiegamenti logistici su strutture più “light”, cantieri non ancora aperti e che con molta probabilita verranno completati a olimpiadi concluse con eredita pesanti per i territori e le loro comunita , oltreche per le casse pubbliche».

Sono oltre 20 le opere più costose segnalate da Legambiente in Nevediversa e che risultano finanziate con importo superiore ai 30 milioni di euro. Opere che si dovrebbero realizzare in Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige.
«Su una proposta diversificata e resiliente di approccio all’ambiente montano lavora invece il progetto europeo “Beyond Snow”, co-finanziato dall’Unione Èuropea tramite il programma Interreg Alpine Space, di cui Legambiente Lombardia è uno dei partner territoriali. Il progetto mira a coinvolgere le comunita locali in un modello turistico alternativo, pronto ad affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici e capace di aiutare le localita turistiche montane a superare la propria dipendenza dalla neve, che possa generare benessere economico e sociale e che sia anche
rispettoso dell’ambiente e delle caratteristiche del delicato territorio montano».

«Il dossier Nevediversa ha anche il compito di raccontare storie di riconversione e buone pratiche di un turismo soft e piu sostenibile. Tra le iniziative segnalate l’iniziativa l’Inverno del Parco delle Orobie per scoprire i territori del Parco nel periodo invernale con ciaspolate e percorsi didattici per educare sul rapporto uomo-natura. O il progetto editoriale Vivi Ardesio realizzato dalla comunità di Ardesio e che ha il fine di evidenziare le possibilita di fare turismo sostenibile in quest’area delle Alpi Orobie o ancora l’ottimo lavoro del comune di Campodolcino per regolamentare l’uso delle motoslitte e dunque gli impatti ambientali derivanti dal loro utilizzo».

 

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