Un bresciano sequestrato in Siria. E’ mistero

Alessandro Sandrini, 32 anni, nell'ottobre 2016 era partito per una vacanza di una settimana in Turchia, ma non è più rientrato. Ora è stato sollevato caso.

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(red.) Un bresciano di 32 anni, Alessandro Sandrini, che sarebbe finito in mani sbagliate, forse sotto sequestro, al confine tra la Turchia e la Siria. La notizia è stata rilanciata venerdì 8 dicembre e ha acceso una situazione diventata un caso nazionale. Ma si è anche saputo che su tutto questo il ministero degli Esteri, che ha confermato la valutazione, così come la Squadra Mobile della Questura di Brescia, stanno lavorando da almeno dieci mesi. Partendo dall’inizio, Sandrini, nato, residente e lavoratore nel quartiere di Folzano, a Brescia, il 3 ottobre del 2016 era partito verso Adana, in Turchia, per una settimana di vacanza.

Infatti, il giovane, con uno stile di vita un po’ turbolento (avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti) e una fidanzata di 43 anni per una relazione molto difficile e poi rotta, era in un periodo di cassa integrazione dal lavoro in zona industriale. Quindi – nonostante come dicono i conoscenti – l’uomo al massimo andasse in qualche località italiana per staccare la spina, quella volta si era affidato a un’agenzia di viaggi in città per partire verso la Turchia, ma una località non molto turistica. Dall’hotel dove era arrivato aveva chiamato con il suo cellulare la madre per dirle che era giunto a destinazione. E sarebbe dovuto rientrare nell’arco di una settimana, il 10 ottobre, di quell’anno, tanto che la fidanzata (ora ex) si era presentata all’aeroporto di Orio al Serio, ma senza vederlo.

A quel punto la situazione cambia e dell’uomo non si hanno più notizie, tanto da spingere la famiglia a chiedere aiuto alle autorità. Vista la vicenda delicata e intricata, la madre è stata obbligata a non rivelare nulla, almeno fino ad adesso. Le ultime telefonate, non dal numero di cellulare del figlio, sono arrivate il 19 ottobre e il 3 dicembre in cui Sandrini è parso terrorizzato e intimando alla madre di chiedere aiuto e attivare l’ambasciata italiana. “Questi non scherzano, vogliono i soldi dallo Stato, aiutami” dice alla madre nella telefonata del 3 dicembre. Chiamate che, come svelano gli 007 italiani, sarebbero state compiute dal 32enne in pochi secondi come se fosse stato in grado di accaparrarsi di un cellulare alla portata e di cui il numero sembra essere legato a un operatore virtuale, quindi difficile da rintracciare.

Sandrini sequestrato sul posto? Sembra essere la pista più probabile, forse da bande locali e al confine tra la Turchia e la Siria. Ad avvalorare l’ipotesi anche il fatto che in questi quattordici mesi senza notizie, il conto corrente del bresciano si è alimentato dei vari importi di cassa integrazione e stipendi vari, ma mai alcuna uscita. Nella giornata di venerdì 8 dicembre la Farnesina ha confermato di seguire la pista da tempo con le autorità turche e la Questura, mentre in procura a Brescia è aperta un’inchiesta da parte dell’aggiunto Sandro Raimondi. E sempre dalla Turchia fanno anche sapere che l’uomo non sarebbe detenuto in uno dei loro carceri.

Ma sono molti gli interrogativi. Per esempio, non è chiaro il motivo per cui il bresciano abbia deciso di andare nel Paese e in un posto non così riconosciuto. La sensazione è che dovesse attivarsi di nascosto per consegnare qualcosa a qualcuno. Di fronte a tutto questo, l’intera comunità di Folzano è rimasta scioccata. Molti, tra bar e negozi, sapevano che l’uomo fosse andato via, ma senza avere notizie da tempo. E c’è chi ipotizza che potrebbe non essere stato un sequestro, ma una messinscena visto il passato particolare di Sandrini. E la ex fidanzata? “Non voglio più saper nulla di lui, mi ha lasciato troppi guai e ora mi sto rifacendo una vita”. Ma sullo sfondo resta il mistero. Simile a quanto accaduto all’imprenditore Sergio Zanotti.

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