Villongo, familiari vittima chiedono indagine

I parenti di Argon Bashmeta residenti nel bresciano vogliono che la procura di Bergamo approfondisse cosa è successo e i rapporti con Donatella Chiari.

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    (red.) Il tragico episodio avvenuto lunedì mattina 19 giugno fuori dalla biblioteca di Villongo, nella bergamasca, dove Donatella Chiari di 44 anni ha investito e ucciso accidentalmente con la sua auto Agron Bashmeta che l’aveva appena ferito con un coltello, sta avendo degli strascichi. La procura di Bergamo chiamata a valutare il caso tramite il magistrato Gianluigi Dettori ha deciso di non aprire alcuna inchiesta, nemmeno di disporre l’autopsia sul corpo dell’albanese. Mentre la 44enne rimane libera e non sottoposta ad alcuna indagine.

    Ma i familiari del deceduto, interpellati da Bresciaoggi, chiedono che si faccia piena luce su quanto è avvenuto. Contestano la decisione della magistratura orobica di non aver nemmeno aperto un’indagine e di non aver approfondito la posizione della donna. Secondo quanto dicono i familiari di Bashmeta, l’uomo avrebbe avuto una relazione con Donatella e si sarebbe innamorato, tanto da chattare sul cellulare con lei anche fino a notte fonda. Ma negli ultimi tempi qualcosa sarebbe cambiato in lui fino al presunto atteggiamento di stalkeraggio di domenica e all’ultima azione di lunedì quando le aveva sbarrato la strada verso l’ufficio in biblioteca e armato di coltello.

    Tanto da ferirla a un braccio, poi la donna si era chiusa in auto e in retro nella fuga aveva investito mortalmente il 43enne. La famiglia dell’albanese non ci sta a lasciare tutto nel dimenticatoio e chiede alla procura di indagare sulla dinamica dell’incidente e di valutare i conti correnti della donna. Intanto, il rischio è che la salma dell’uomo possa restare per mesi in Italia prima di poter essere mandata in Albania per il funerale.

    Dall’altra parte, la donna su Facebook ha voluto replicare ad alcuni commenti negando di aver avuto rapporti amorosi con l’uomo e che non avrebbe altro da dire sulla propria posizione. Infatti, secondo la procura la donna avrebbe agito solo per difendersi, mentre la morte sarebbe stata una disgrazia.

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