Scabbia Sraffa, “allarme ingiustificato”

Parla così la dirigente dell'istituto professionale dopo che venerdì 1 molti studenti hanno disertato le lezioni svolgendo un presidio spontaneo.

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Sraffa(red.) Un paio di casi singoli che dovevano restare nel privato hanno portato a una mobilitazione e a proteste che hanno raggiunto l’intera provincia di Brescia. La vicenda riguarda la scabbia contratta da cinque studenti dell’istituto professionale superiore Sraffa, in via Comboni in città. La notizia è stata data pubblicamente giovedì 31 marzo, ma per una situazione di cui la dirigenza era già stata informata il 24, prima delle feste pasquali. Venerdì 1 aprile molti studenti hanno preferito restare fuori da scuola come forma di protesta spontanea per non essere stati avvisati della situazione.
Altri, invece, sono stati convinti ad entrare e a partecipare a un incontro con gli operatori dell’Asl per parlare della malattia e delle buone prassi quotidiane. Ma la dirigente Maria Piovesan ha criticato la scelta di chi ha deciso di rimanere all’esterno dell’istituto. Parla di una “situazione sotto controllo e mai sfuggita di mano”, minacciando querele per “procurato allarme in modo sproporzionato e ingiustificato”. Dice di conoscere la situazione dei cinque studenti contagiati perché una delle loro madri il 24 marzo l’aveva segnalato, ma poi erano stati posti in cura. Finché anche gli altri studenti lo hanno saputo ed è scoppiato il caos.

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