Violenze all’asilo, verso nuova pena

La Corte d'Appello di Brescia, su disposizione della Cassazione, deve ridefinire la sanzione per una maestra arrestata nel 2012 a Capo di Ponte.

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tribunale slide(red.) La cronaca bresciana e in particolare quella della Valcamonica del 2012 raccontava di violenze sui bambini avvenute alla scuola materna di Capo di Ponte per opera di una maestra, poi arrestata. La donna è stata imputata nel processo di primo grado con la condanna a un anno, salvo poi ricorrere in appello dove la pena le è stata ridotta a quattro mesi. Il motivo? Secondo i primi giudici si configurava il reato di maltrattamento, ma per quelli di secondo grado si trattava di abusi nei metodi di correzione. In pratica, non violenze volontarie, ma soluzioni per educare gli studenti. La maestra attualmente è costretta all’obbligo di dimora a Ceto, mentre nelle ore precedenti a mercoledì 3 febbraio è arrivata una notizia che cambierà l’entità della pena.
Dopo la riduzione in appello, infatti, la procura generale di Brescia aveva impugnato la sentenza alla Corte di Cassazione chiedendo di annullarla e di ristabilire la pena nuovamente in secondo grado. La richiesta è stata accolta e quindi la Corte d’Appello dovrà pronunciarsi sul periodo di detenzione della donna. Palazzo Cavour aveva ricevuto anche il ricorso della stessa docente contro l’uso delle telecamere, senza autorizzazione, piazzate dai carabinieri nell’asilo dopo che erano giunte alcune segnalazioni dai genitori. Ma l’istanza è stata rigettata: la scuola, infatti, può essere considerata come un luogo aperto al pubblico.

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