Brescia, arresti per estorsione e truffa

L'operazione della polizia ha permesso di sgominare un'associazione a delinquere che gestiva società operanti nel settore del "movimento terra".

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    arresto-polizia2(red.) Scoperta un’associazione per delinquere che operava a Brescia, Piacenza, Forlì, Bergamo, Mantova e Verona.
    Nella mattinata di lunedì 13 aprile è stata messa a segno l’operazione della Polizia di Stato di Brescia e Cremona che, in collaborazione con il Reparto Prevenzione Crimine, ha eseguito 16 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, al riciclaggio, all’estorsione, alla truffa e appropriazione indebita nonchè all’intestazione fittizia di beni. Gli arrestati, residenti nella provincia di Cremona, Brescia, Piacenza, Forli’, Bergamo, Mantova e Verona avevano, infatti, costituito un’associazione criminale che gestiva o costituiva, attraverso l’opera di prestanome, numerose società operanti nel settore del cosiddetto “movimento terra”.
    Grazie a tali società l’organizzazione, in pratica, noleggiava mezzi pesanti (autoarticolati, betoniere, camion pompa) ed anche materiale di costruzione oppure li acquisiva in locazione finanziaria (leasing) per poi appropriarsene fraudolentemente e successivamente cederli a ricettatori italiani e stranieri che li trasferivano all’estero, per la maggior parte in Albania e in Libia.
    Le indagini prendevano le mosse da un pregiudicato calabrese, noto esponente nel Nord d’Italia della cosca di ‘ndrangheta Cutro, condannato e tratto precedentemente in arresto nel mese di gennaio u.s. per altre vicende giudiziarie per Associazione a delinquere di stampo mafioso. Il suo raggio d’azione comprendeva ormai da anni le province di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza.
    Le indagini, supportate da intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno permesso di trarre in arresto 6 persone da parte della Squadra Mobile di Brescia e altre 6 da parte della Squadra Mobile di Cremona. L’organizzazione mafiosa in oggetto, capeggiata da I.G., del 1958 di origine calabrese, affiliato alla cosca “Arena” di Isola Capo Rizzuto e dimorante a Cremona, gestiva, attraverso l’opera di prestanome, numerose società operanti nel settore del cosiddetto “movimento terra”.
    Grazie a tali società l’organizzazione noleggiava mezzi pesanti o li acquisiva in leasing per poi appropriarsene fraudolentemente e cederli a ricettatori italiani e stranieri.
    L’organizzazione era dedita, tra l’altro, all’acquisizione di alcune società in fallimento (Beton 69 srl, Top Beton srl, Eurobeton srl, Ecoedile srl, Cremona Scavi srl, Cremonese Restauri srl, Torrazzo Scavi srl, Edil Scavi srl – ormai fallite) che, grazie al fittizio subentro da parte dei succitati prestanome, ottenevano la momentanea interruzione e la revoca della procedura di liquidazione.
    Tale stratagemma veniva architettato con l’intento di assumere momentaneamente la gestione delle società per appropriarsi dei numerosi mezzi pesanti da queste già locati presso società di leasing nonché di incassarne i crediti vantati verso le altre imprese alle quali i precedenti proprietari avevano fornito prestazione d’opera o materiale. Successivamente le imprese venivano abbandonate al loro destino.
    Tra gli arrestati spicca la figura del cittadino albanese S.G., presidente della Squadra di Calcio del “Darfo Boario Terme”, nonché proprietario di alcuni ristoranti e alberghi in provincia di Brescia e nella zona del lago d’Iseo. Sono stati inoltre raggiunti dagli uomini delle forze dell’ordine: B.O. di Lonato; B.M., D.P.A., B.D.S., I.A., I.C. e I.G. di Cremona; M.W. di Peschiera del Garda; P.C. di Pianico; S.G. di Sale Maresino; C.M. di Brescia; M.R. di Castiglione delle Stiviere, solo alcuni dei quali originari del sud d’Italia.

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