“Percorri la pace” sulle strade della non violenza

Parte giovedì la nuova edizione di "Percorri la pace" organizzata dalle Acli provinciali. Quest'anno sulle orme di chi ha rifiutato la violenza.

Più informazioni su

(red.) Anche quest’anno le Acli provinciali di Brescia hanno organizzato una nuova edizione di “Percorri la Pace”, che da giovedì 4 settembre porterà circa 85 tra ciclisti, runner e accompagnatori da Brescia a Monaco, per approfondire la conoscenza di chi ha saputo dire no alla violenza e attraverso l’obiezione di coscienza ha cercato di resistere agli orrori del nazismo e della guerra. Ciclisti e runner partiranno da Brescia alle ore 7.30 di giovedì, il saluto della città e dell’Amministrazione Comunale si terrà nel Salone Vanvitelliano a palazzo Loggia durante l’incontro organizzato con il sindaco di Betlemme mercoledì 3 alle ore 17.
Percorrere le strade che da Brescia portano a Monaco permetterà ai partecipanti di immaginare alcune risposte sull’opposizione attiva alla violenza attraverso incontri con protagonisti di una storia di pace e resistenza nonviolenta. A Bolzano verrà approfondita l’esperienza di Josef Mayr-Nusser, l’uomo che disse no a Hitler, un eroe solitario che diceva “se nessuno avrà mai il coraggio di contrastare il nazionalsocialismo, questo sistema non crollerà mai”. A Innsbruck il vescovo, mons. Manfred Scheuer, farà conoscere ai runner la figura di Franz Jägerstätter. Nel suo testamento, prima di morire come vittima del nazismo, scrisse: “Scrivo con le mani legate, ma preferisco questa condizione al saper incatenata la mia volontà. Perché Dio avrebbe dato a ciascuno di noi la ragione e il libero arbitrio se bastasse soltanto ubbidire ciecamente?” A Monaco con la visita all’Università e l’incontro-testimonianza con Wolfgang Huber (figlio del professor Kurt Huber condannato a morte con i fratelli Scholl dal regime nazista), verrà approfondita la connessione stretta fra cultura/educazione e costruzione di una società nonviolenta. La storia della “Rosa Bianca” e di quel gruppo di giovani resta un riferimento imprescindibile alla sfida della responsabilità. Chiuderà il cammino una visita al campo di concentramento di Dachau, il primo, aperto nel 1933.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.