Lettere al direttore

San Polo, “Inquinamento, dati simili a quelli dell’Ilva di Taranto”

Egregio Direttore,
Vorrei fare alcune osservazioni in merito alla relazione prodotta da ARPA su S. Polo (accertamenti sull’aria effettuati nel 2011-2012) di cui è stata data notizia il giorno 1 agosto.
I dati a mia disposizione, contenuti nella relazione sono parziali non essendo disponibili i risultati delle concentrazioni di inquinanti riscontrati nelle singole postazioni di misura che consentirebbero una lettura più approfondita dei risultati e tuttavia sono particolarmente significativi.
Mi preme evidenziare, purtroppo, che questi risultati confermano una situazione preoccupante per la qualità dell’aria a Brescia ed a S. Polo più che nel resto della città.
I risultati evidenziano che le concentrazioni di idrocarburi policiclici aromatici (composti cancerogeni e interferenti endocrini) sono a S. Polo più elevati che ne resto della città. La relazione chiama in causa il bitumificio anche se non giunge a attribuire con chiara evidenza ad esso la particolare situazione rilevata. Le concentrazioni per questo tipo di inquinante sono superiori al valore limite ma il dato non è disponibile. Le deposizioni a terra (3-64 migrogramm/mc/die) sono dell’ordine di grandezza di quelli riscontrati a Taranto nel quartiere prossimo all’azienda ILVA (0,21 fonte ARPA Puglia) ove la perizia giudiziaria che ha portato al sequestro degli impianti ha documentato decine di morti in eccesso (i dati riferiti a tutta la città di Taranto attribuibili alle emissioni ILVA sono impressionanti: 30 morti anno, 18 casi di tumore anno, 19 eventi coronariche anno, 74 ricoveri per malattie respiratorie anno 17 casi di tumori infantili).
Analogo discorso per le deposizioni al suolo di diossine a S.Polo 10,9-19,9 mentre nel quartiere più inquinato di Taranto sono 22,5 (fonte ARPA Puglia).
Inoltre sono state rilevate elevate concentrazioni di metalli pesanti, anche in questo caso più a S.Polo che in altre are della città dove le contrazioni di metalli in aria sono notevolmente più elevate che in altre città prese a confronto. Il dato soprattutto per Nichel e Cadmio (metalli cancerogeni ed interferenti endocrini) il manganese è particolarmente preoccupante e conferma quanto già conosciuto a seguito dell’indagine condotta dall’Istituto Superiore di sanità nell’ambito della caratterizzazione del rischio del sito Caffaro.
Infine le polveri sottili di cui è nota la situazione di Brescia ove i limiti stabiliti sono sistematicamente superati (113 giorni di supero)
Questi risultati confermano ancora precedenti indagini e avvalorano la specificità, purtroppo in negativo di Brescia e della situazione di S.Polo e sono coerenti con i risultati delle indagini condotte dall’ASL sui danni sanitari riscontrati sui bambini e non a S.Polo più che in altre zone della città.
La stato critico dell’aria emerge lampante pur dietro gli artifizi lessicali usati nella relazione. La consapevolezza della situazione sia la premessa per intraprendere un percorso, certo difficile, per raggiungere miglioramenti concreti dell’aria e di questo si dovrebbe discutere.
Il caso Taranto dovrebbe far riflette.

Dott. Celestino Panizza Associazione Medici per l’Ambiente – Brescia

 

 

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