“Alienazioni necessarie senza gli utili di A2A”

Mancano 70 milioni e la Loggia sarà costretta a vendere partecipazioni azionarie. Di Mezza: "Non svenderemo, e dialogheremo con l'opposizione".

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(p.f.) Dopo la doccia fredda dei dividendi di A2A, parte la corsa contro il tempo per recuperare i 22 milioni di euro mancanti, per non far saltare il patto di stabilità. “Dove li recuperiamo? Primo, siamo in attesa del fondo per i comuni virtuosi”, ha spiegato l’assessore al Bilancio del comune di Brescia Fausto Di Mezza, “secondo, calibreremo i pagamenti in base alle entrate”. Di certo c’è che entro il 31 dicembre 2012, perché tutto resti in equilibrio nelle casse comunali devono entrare 71 milioni di euro derivanti da una serie di alienazioni.
“Erano già messe a bilancio, speravamo di non doverlo fare, ma non ci sono alternative. Non intendiamo comunque svendere le partecipazioni, cercheremo di ripetere la bella operazione dello scorso anno sulla Serenissima, che ci aveva portato 40 milioni”, ha detto l’assessore. Dai prossimi giorni partiranno dunque le consultazioni anche con l’opposizione. “Venderemo i patrimoni sulla base delle richieste del mercato: il criterio sarà di non svendere e di ricavare il più possibile”. Bene le proposte del Pd, che ha aperto alla cessione delle quote di Ortomercato e Centropadane. “Hanno un senso, ma non sono sufficienti a coprire le esigenze di quest’anno”.
Cessata l’emergenza, bisognerà però ripensare al rapporto con A2A, che registra ad oggi 440 milioni di perdite e 168 milioni di utile netto. “Non sta andando male, ha fatto una performance in linea con le attuali condizioni del mercato. La scelta della società è di non distribuire i dividendi e noi non intendiamo fare il socio che impone scelte al management”. Per il 28 marzo e il 12 aprile sono già fissate due commissioni; della partecipata si parlerà anche nel prossimo consiglio comunale, il 16 aprile. Intanto, però, si ripensa alle tappe che hanno portato fino a qui.
“Avevamo previsto di incassare 33 milioni di dividendi, sulla base delle dichiarazioni della società. Ne arriveranno solo 11. Paghiamo l’operazione Edison, che era un capitolo aperto già al momento della fusione tra Asm e Aem, perché Edison era già in pancia ad Aem”. Dalla fusione con Milano ad oggi, il valore dei titoli è sceso di 2 miliardi. “Quando fummo chiamati a votare sulla fusione”, ha ricordato Andrea Arcai, “io mi astenni. Oggi rimpiango amaramente di non aver votato contro. Allora non potevamo prevedere cosa sarebbe successo, ma le nostre preoccupazioni si sono avverate. Se non si corregge il tiro, in futuro si farà fatica a mantenere la qualità e la quantità dei servizi a cui i cittadini bresciani sono abituati”.
Servizi che, comunque, per ora non saranno toccati. “La buona gestione del bilancio di questi anni”, ha precisato Di Mezza, “e un avanzo di amministrazione molto alto ci permettono di riportare in equilibrio le entrate correnti: vogliamo tranquillizzare i cittadini quindi che non ci saranno ulteriori tagli ai servizi sociali né aumenteremo la pressione fiscale”.

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