Mercoledì 22 aprile il giudice Vito Di Vita, accogliendo un’eccezione sollevata dalle difese, ha decretato la nullità dell’avviso di conclusione delle indagini e degli atti seguenti e disposto la restituzione del fascicolo al pubblico ministero.
Cosa significa? Che il procedimento deve ripartire da zero, a tre anni dall’avvio dell’inchiesta che ha scoperchiato un presunto deposito di materiali illeciti sotto il manto della Direttissima Brescia-Milano.
Una vicneda che ha anche scatenato un terremoto politico-giudiziario nella Giunta lombarda targata Formigoni e che ha visto coinvolto anche l’ex assessore bresciano Franco Nicoli Cristiani.
In Procura a Brescia (l’inchiesta è di competenza della Direzione distrettuale antimafia) non avrebebro scannerizzato i peanti faldonid ell’inchiesta (si tratta di circa 22mila folgi) e le pagine incriminate non sono entrate a far parte del fascicolo digitale a disposizione delle difese degli imputati e delle parti civili.
Per i difensori degli imputati “è stato leso il diritto alla difesa” poichè “una postilla indicava che tutti gli atti cartacei erano in formato digitale”. Il tempo passa e si avvicinano (pericolosamente) quelli a rischio prescrizione che, pe ril filone Orzivecchi è nel 2016 e per la A35 nel 2019.