Brebemi, il processo riparte da zero

Undici faldoni non scannerizzati dalla Procura di Brescia e non consegnati alla difesa hanno fatto saltare tutto il procedimento in corso.

(red.) Colpo di scena nel processo per il presunto traffico di rifiuti sotto l’autostrada Bre.Be.Mi., che vede al banco degli imputati l’imprenditore Pierluca Locatelli e i suoi ex collaboratori Giovanni Battista Pagani, Bartolomeo Gregori, Egidio Grechi, Walter Rocca, Andrea David Oldrati (consulente esterno) e Giorgio Oprandi (collaboratore di quest’ultimo).
Mercoledì 22 aprile il giudice Vito Di Vita, accogliendo un’eccezione sollevata dalle difese, ha decretato la nullità dell’avviso di conclusione delle indagini e degli atti seguenti e disposto la restituzione del fascicolo al pubblico ministero.
Cosa significa? Che il procedimento deve ripartire da zero, a tre anni dall’avvio dell’inchiesta che ha scoperchiato un presunto deposito di materiali illeciti sotto il manto della Direttissima Brescia-Milano.
Una vicneda che ha anche scatenato un
terremoto politico-giudiziario nella Giunta lombarda targata Formigoni e che ha visto coinvolto anche l’ex assessore bresciano Franco Nicoli Cristiani.
In Procura a Brescia (l’inchiesta è di competenza della Direzione distrettuale antimafia) non avrebebro scannerizzato i peanti faldonid ell’inchiesta (si tratta di circa 22mila folgi) e le pagine incriminate non sono entrate a far parte del fascicolo digitale a disposizione delle difese degli imputati e delle parti civili.
Per i difensori degli imputati “è stato leso il diritto alla difesa” poichè “una postilla indicava che tutti gli atti cartacei erano in formato digitale”. Il tempo passa e si avvicinano (pericolosamente) quelli a rischio prescrizione che, pe ril filone Orzivecchi è nel 2016 e per la A35 nel 2019.