25 novembre: la violenza sulle donne, piaga da scardinare

Nei dati degli interventi effettuati dalle forze dell'ordine nel bresciano emerge che la vittima è quasi sempre vessata da un familiare, compagno od ex marito.

(red.) “Nel 2020, anno della pandemia, il tema della violenza contro le donne è riemerso in tutta la sua drammaticità. Il 1° ottobre 2020 il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nel suo discorso a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per commemorare il 25esimo anniversario della quarta Conferenza Mondiale Sulle Donne tenutasi a Pechino, ha sottolineato come la pandemia abbia enfatizzato la mancanza di
tutela dei diritti delle donne perché “sono proprio donne e ragazze a essere maggiormente colpite dalla crisi e a portare sulle proprie spalle il peso del fortissimo impatto sociale ed economico che essa sta determinando in tutto il mondo”.
E’ quello che si legge nella premessa del report annuale del Servizio di Analisi Criminale redatto dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale.
Nel nostro Paese questo tipo di reati sono stati 20.764 nel 2020 e hanno subito un decremento dell’8% nello stesso periodo del 2021 (19.128).
In Lombardia e nel bresciano sono stati 13 gli omicidi volontari con vittime di sesso femminile, compiuti da familiari o compagni ed ex compagni, tra cui, nel nostro territorio, l’omicidio di Francesca Fantoni nel gennaio 2020 e di Zsuzsanna Mailat nel maggio 2020.
Nell’anno in corso, la situazione è peggiorata, con otto vittime dall’inizio del 2021. Quattro le vittime di femminicidio in 12 mesi nel territorio provinciale.
Nel report si fa riferimento  anche ai cosiddetti reati spia della violenza di genere: atti persecutori, maltrattamenti contro familiari e conviventi e
violenze sessuali.

Nel 2021, secondo i dati della questura di Brescia, la vittima di violenze che si rivolge alle forze dell’ordine ha mediamente 35 anni, è per lo più di nazionalità italiana, sposata e con figli. Sono 143 i casi di “Codice Rosso” applicati nel bresciano dall’inizio dell’anno. Si tratta della misura più incisiva (anche se è al vaglio del Governo una rimodulazione del provvedimento, in modo che risulti ancora più efficace) per la tutela delle vittime di violenza di genere.
A seguito del provvedimento sono 11 le persone finite agli arresti, con diverse misure di applicazione (carcere, domiciliari o divieto di avvicinamento).

I carabinieri di Brescia hanno effettuato 75 arresti, 580 le persone denunciate per l’applicazione del “Codice Rosso”. Sono 129 le vittime che si sono rivolte ai centri antiviolenza, 30 gli ammonimenti 42 gli allontanamenti dalla residenza di famiglia, 67 divieti di avvicinamento e due divieti di dimora. Numeri importanti, che fanno riflettere su quanto sa importante partire dall’educazione e dalla formazione, anche nelle scuole, per contrastare un fenomeno che non sembra subire contrazioni.

“Una riflessione a parte”, si legge nel report della Direzione Centrale della Polizia Criminale, merita inoltre la “relazione tra vittima e autore” oggetto di analisi per il primo semestre 2021″.
“In particolare, si è potuto rilevare che ben l’83% di vittime italiane è stata uccisa da autori italiani, mentre solo il 5% da stranieri; nel restante 12% dei casi l’autore non è stato ancora individuato. Le vittime straniere, invece, nel 91% dei casi hanno trovato la morte per mano di cittadini stranieri, nel 9% di italiani.”  “In ambito familiare/affettivo, la percentuale di donne italiane uccise da connazionali raggiunge il 97%, mentre le donne straniere sono state uccise, nella totalità dei casi, da stranieri”.

 

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