Thailandia parte II: da Ayutthaya a Bangkok

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Questa rubrica, che propone vacanze in paesi esteri, non vuol essere sostitutiva di una buona guida – strumento indispensabile -, ma fornisce suggerimenti, consigli e piccole notizie pratiche frutto di esperienza diretta, disegnando itinerari che toccano le località più interessanti e particolari del paese descritto. Ovviamente non c'è pretesa di essere esaustivi: considerate il tutto come il racconto di chi, con tutti i limiti del caso, c'è stato. Sono quindi graditi suggerimenti, aggiornamenti e integrazioni.

di Matteo Borghesi


In apertura, un'immagine del palazzo reale di Bangkok. Sotto, a sinistra, i Wat di Ayutthaya.

Questo itinerario, che dalla città di Ayutthaya arriva fino a Bangkok, tocca alcune tra le città più belle e interessanti del Paese. Offre inoltre la possibilità di visitare alcuni dei complessi templari più maestosi e affascinanti.

Ayutthaya. Questa città, posta 85 km a nord di Bangkok, è stata per quattro secoli, fino al 1767, capitale del Siam e per questo è ricchissima di resti storici che la rendono tra le più interessanti e visitate di tutto il paese. La città moderna, brutta e caotica, non offre nulla al viaggiatore se non l'alloggio e il cibo, mentre la parte monumentale, che si estende per chilometri in una zona a ovest del centro, è piena di splendide costruzioni. Qui, circondati da prati alberati, si possono visitare i resti generalmente ben conservati di alcuni dei migliori Wat del paese (complessi monastici) con alti chedi (sorta di guglie) di vario stile. Per la visita, chi scrive consiglia di ricorrere ai frequenti tuk tuk (motocarri taxi) che per pochi soldi vi porteranno da un Wat all'altro, essendo questi sparsi su un'area abbastanza vasta e distanti dal centro città. L'ingresso è possibile fino al tramonto. Se non siete proprio degli appassionati è sufficiente visitare quattro o cinque complessi per farsi un'idea più che esaustiva. Una buona possibilità di alloggio è fornita dall'Hotel Wieng Fa, in Rotchana Road non lontano dal cavalcavia ferroviario, che propone discrete camere doppie con bagno: quelle al piano terra con aria condizionata, tivù e acqua calda costano un po' di più. La colazione, un elementare self service in giardino, non è particolarmente entusiasmante. Anche il ristorante accanto all'albergo, pur presentandosi bene, non offre grande varietà di cibo né elevata qualità, ma ha l'indubbio vantaggio di essere a pochi metri dalla vostra stanza. In alternativa fatevi portare con un tuk tuk in centro in uno dei mercati notturni presso il fiume. La città è facilmente raggiungibile in treno direttamente dall'aeroporto di Bangkok ed è preferibile visitarla prima della capitale, per "acclimatarsi" al paese, alla vacanza. Arrivati in aeroporto cambiate i soldi e uscite dal terminal: un ponte pedonale (lo stesso che conduce all'Amari Hotel) vi condurrà direttamente alla piccola stazione ferroviaria di Don Muang. Da qui, treni locali abbastanza frequenti vi porteranno fino ad Ayutthaya, in un'ora e venti circa. Di fronte alla stazione, posta oltre il fiume ad un chilometro circa dal centro, lungo la strada che conduce al pontile vi sono vari ristoranti economici: l'ultimo di questi sulla sinistra appare pulito e simpatico; la stazione dei bus è in centro, vicino al mercato ma la comodità del treno, essendo sulla linea principale, è comunque preferibile.
  
Qui sopra, a sinistra, un esempio di architettura Khmer, a destra le rovine dei templi di Ayutthaya. Sotto, a destra, due monaci buddhisti all'interno dell'antico tempio di Phimai, a sinistra lo stesso tempio visto dall'esterno.

Korat (Nakhon Ratchasima). Seconda città della Thailandia per popolazione è posta a 250 Km da Bangkok. Solitamente la si visita perché, a 60 Km, nella cittadina di Phimai, si trova uno dei più splendidi esempi di architettura khmer reperibili nel paese. Il parco storico del Prasat Him Phimai è infatti addirittura precedente al celeberrimo Wat di Angkor, in Cambogia, è molto ben restaurato ed è molto più facile da visitare rispetto al più titolato monumento. Il tempio è una di quelle costruzioni che lascia a bocca aperta: si resta stupiti di fronte alla bellezza e alla particolarità del sito, un luogo tranquillo e poco frequentato dai turisti che difficilmente si avventurano su queste rotte secondarie. Si può ben dire che la visita vale da sola il disturbo di affrontare il viaggio per raggiungere la non attraente città di Korat, che altrimenti certo non meriterebbe molto. Per gli appassionati, sempre a Phimai c'è un interessante museo in cui completare la propria conoscenza sui siti khmer della zona e sui lavori di restauro effettuati. Numerosi autobus (con cadenza oraria) vi condurranno in poco più di 60 minuti presso il sito, partendo dalla stazione dei bus della città che, essendo defilata rispetto al centro, va raggiunta in tuk tuk. Se siete molto interessati all'arte khmer e Phimai vi ha incuriosito, ad un centinaio di chilometri da Korat si trova il parco storico di Phanom Rung, un sito a cui si giunge con qualche difficoltà, vista la mancanza di collegamenti diretti. Dalla stazione degli autobus si deve prendere un mezzo verso Surin, si scende a Ban Ta Ko, un villaggio lungo la strada, e da lì ci si arrangia ricorrendo a songthaew locali diretti al parco. Il tempo di percorrenza varia a seconda della fortuna, ma il parco si può raggiungere anche in poco tempo. Il tempio sorge sopra una collina (un antico vulcano) in mezzo alla vegetazione, è simile a quello di Phimai ma, a parte la collocazione, non è altrettanto bello o così è parso a chi scrive. A Korat l'Hotel Anachak, in Jomsurangyat Road vicino all'ufficio postale in centro, è un albergo con stanze di buon livello, ben arredato e con aria condizionata. Qui troverete una camera doppia con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Da evitare invece l'Hotel Fah Thai, in Phoklang Road: ha stanze deprimenti stile penitenziario, è economico ma di poca qualità e assolutamente non paragonabile all'Anachak. Korat è il tipico posto in cui mangiare, se non siete carnivori e onnivori disposti a tutto, può presentare qualche problema: pochi parlano inglese e spesso, nei ristoranti più popolari, non esiste un menu scritto. Anche se ne trovaste uno (magari tradotto per i turisti), comunque, nessuno o quasi sarebbe in grado di capire qualsiasi vostra particolare richiesta. Mettete quindi al lavoro le vostre capacità di mimo e sperate bene…Nei pressi dell'Anachak ci sono un paio di locali con una decina di computer anche con Internet. La stazione ferroviaria è abbastanza lontana dal centro; vari treni transitano di qui diretti a Bangkok che si raggiunge in poco meno di 5 ore. Il percorso all'inizio è lento poiché la linea arranca tra colline coperte di foreste, ma poi, tornati in pianura, la velocità si fa più sostenuta. Dovendo recarsi nella capitale è senz'altro preferibile il treno al bus, visto che la stazione ferroviaria di Bangkok è praticamente in centro mentre quella degli autobus ne dista qualche chilometro: imparerete ben presto che cosa significhi percorrere anche solo un chilometro nel traffico asfissiante delle strade della capitale. Non è mai esperienza piacevole.

Qui sopra, a sinistra, un'immagine di Bangkok, sullo sfondo è visibile il tempio Arun. A destra una galleria di preziosi buddha.
Sotto, a destra, l'immagine di un vicolo della città, a sinistra un particolare delle decorazioni presenti sul Wat Arun.


Bangkok. La capitale è l'unica città della Thailandia veramente molto grande e come tutte le metropoli è afflitta da grave inquinamento e da un traffico esagerato. Gli spostamenti urbani richiedono quantità di tempo spesso notevoli rispetto alla distanza percorsa: ai semafori capita di fermarsi per svariati minuti in attesa del verde, tanto che i conducenti dei mezzi talvolta ne approfittano per leggere il giornale. Potendolo fare, la cosa migliore è di visitarla di domenica, quando le strade sembrano essere meno costipate e quindi spostarsi è piacevolmente facile. Considerato che dovrete in ogni caso trascorrervi almeno uno o due giorni cercate di organizzarvi per il meglio, scegliendo un hotel vicino ai punti d'interesse, non girando a piedi più del necessario, ottimizzando gli spostamenti per stazioni o aeroporto, ecc. Qui anche il clima è particolarmente inclemente. Per buona parte dell'anno è particolarmente caldo e afoso, cosa che non aiuta certo a godere delle bellezze che si trovano in questa città. Il consiglio di chi scrive è quindi di ricorrere sempre ai taxi con aria condizionata (quasi tutti ne sono provvisti) che a migliaia circolano per le strade, anche perchè il costo di una corsa è molto contenuto e quasi tutti i veicoli sono muniti di tassametro. Assicuratevi, però, che i taxisti abbiano ben compreso il luogo in cui vi volete recare: capita spesso che non capiscano o che non conoscano affatto l'hotel o l'indirizzo che gli richiedete. Come detto, Bangkok ha molti motivi d'interesse, ognuno può scegliere seguendo il proprio gusto e piacere. Per citare solo il minimo, si può dire che le cose da vedere assolutamente sono: il Palazzo Reale (Wat Phra Kaew e Grand Palace), un complesso di edifici e templi dall'architettura fantastica veramente impressionante, da non perdere; il Wat Pho, il più esteso dei complessi templari in cui si trova il più grande e imponente Buddha disteso di tutto il paese (65 metri di lunghezza); il Wat Arun, in stile khmer e ricoperto da pezzi di ceramica e di cocci di stoviglie cinesi usati in passato come zavorra per le navi; il Buddha d'oro, notevole solo per il prezioso materiale di cui è fatto; il Museo Nazionale, uno dei maggiori dell'Asia; la zona di ChinaTown e Pahurat, con i mercati cinesi e indiani. La maggior parte degli alloggi economici è concentrata nel quartiere di Banglamphu, abbastanza vicino alla zona monumentale e alla stazione ferroviaria principale. Sempre in questo quartiere c'è Khao San Road, una strada quasi esclusivamente a uso dei turisti con centinaia di negozietti in cui si trova di tutto: dai vestiti ai dischi, dai monili alle false tessere da giornalista. Il posto ha una sorta di extra territorialità rispetto al resto della città ed è sempre affollatissimo. Ci si va per comprare, per mangiare, per dormire in una delle svariate guest house o alberghi (anche se il livello qualitativo è basso e il rumore molto alto) e perché vi si trovano tutti quei servizi di cui in genere un viaggiatore necessita. Poco lontano, vicino alla piazza con il monumento alla Democrazia, c'è la Prasuri Guest House, un buon posto in cui cercare una stanza: una doppia con aria condizionata (a Bangkok è quasi indispensabile) e bagno costa pocedecine di euro; nella hall c'è un buon ristorante che però è simile, per temperatura e umidità, a una sauna e una postazione con Internet oltre al telefono per chiamate internazionali. Ci sono poche stanze per cui è meglio arrivare al mattino. Molto più grande è invece il Palace Hotel, in Trok Sake, una traversa di Tanao Road parallela a un piccolo canale 300 metri a sud di Khao San Road: qui ci sono molte stanze pulite, tranquille, con aria condizionata e interamente piastrellate di bianco. Può non essere un granché, ma provate a trovare qualcosa di veramente interessante in tutta la zona e capirete che i due posti sopra elencati sono tra i migliori del quartiere. Insomma, se cercate un hotel più costoso e di standard più elevato è meglio vi rivolgiate altrove. Nella strada di fronte al Palace Hotel c'è un piccolo mercato e tutta la via è interessante perché consente di farsi un'idea della autentica Bangkok, molto differente rispetto a quella turistica e occidentalizzata che spesso vedrete in altre zone. E' anche molto tranquilla poiché defilata dalle grandi arterie cittadine, che comunque distano solo un centinaio di metri. Per mangiare le possibilità sono veramente illimitate: quasi ovunque vedrete almeno una bancarella o un piccolo ristorante che soddisfi le vostre esigenze. In Khao San Road, per esempio, alcune bancarelle vendono tagliolini o pancake fatti al momento, mentre vari piccoli supermercati offrono bibite fresche e altro. Naturalmente nella stessa via si trovano vari ristoranti sempre troppo affollati con vari tipi di menu, compresi quelli italiani. Provenendo dall'aeroporto (che dista 35 Km), vi sono varie possibilità per raggiungere il centro: la più economica e pratica è quella di prendere il treno dalla stazione di Don Muang, appena fuori dal terminal internazionale. Il tragitto dura circa un'ora o poco più. Le corse sono abbastanza frequenti e vi consentono di giungere molto vicino a Banglamphu (dalla stazione Hualampong calcolate un'altra mezz'ora di tragitto con un taxi) evitandovi il più possibile il traffico congestionato e stressante delle strade. In alternativa, ci sono vari autobus aeroportuali, oppure potrete fruire di un servizio di minibus diretti per Khao San Road. Le stesse opportunità vengono fornite anche per tornare in aeroporto, ma bisogna calcolare i tempi con elasticità perché possono essere anche molto più lunghi del previsto. Tra i due terminal, internazionale e voli interni (la distanza tra loro è di quasi un chilometro), c'è un servizio di bus gratuito che parte ogni quarto d'ora, se invece preferite fare quattro passi c'è un passaggio coperto con aria condizionata.

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