Al Nuovo Eden la leggenda di “Searching for sugar man”

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(red.) “Music Legends”, la rassegna estiva del Nuovo Eden dedicata alle leggende della musica, prosegue con una priam visione per Brescia. Si tratta di “Searching for sugar man”, il vincitore del Premio Oscar 2013 come miglior documentario. Una storia vera che ha dell’incredibile, per un film che ha già fatto parlare molto di sé. La visione è in programma giovedì 11 luglio alle 21,30.
Ci sono storie che valgono più di un premio Oscar®. È il caso di Sixto Rodriguez, il più insolito successo nella storia della musica. Anni ‘60. Nel 1969 viene scoperto in un club della città da Clarence Avant, produttore della Motown Records, già manager di Miles Davis e di li a poco di un giovanissimo Micheal Jackson. Nel ‘70 e nel ‘71 escono i primi due album, “Cold Fact” e “Coming From Reality”, che riscuotono ottime recensioni ma si dimostrano due clamorosi flop di vendita. L’etichetta abbandona Sixto che, deluso dall’insuccesso, lascia la chitarra e inizia a lavorare come operaio edile. Ma nel Sud Africa dell’Apartheid, dove arriva clandestinamente, Rodriguez diventa una leggenda, la sua musica la colonna sonora di una generazione in lotta. All’insaputa dell’autore, che si ritira dalle scene. Finché, trent’anni dopo, due fan decidono di mettersi sulle sue tracce, scoprire che fine ha fatto e cosa è andato storto.
Sugar Man è il racconto di una vicenda eccezionale che parla di speranza, di riscatto e della forza della musica. Presentato in anteprima italiana pochi giorni fa al Biografilm Festival, arriva a Brescia il film “caso” dell’anno.
A Detroit, Sixto Rodriguez è un muratore di origini messicane, con un debole per la politica e la musica rock. Nel frattempo a Città del Capo, con mezzo milione di dischi venduti, egli diviene a sua insaputa “più celebre dei Rolling Stones”. Ma a differenza delle altre rock star, nessuno sa chi sia o che fine abbia fatto: circola persino la voce per cui si sarebbe suicidato sul palco durante un concerto. Incuriosito dall’assenza di notizie certe, il giornalista musicale Stephen Segerman si improvvisa detective e si mette a caccia di Rodriguez. Ma il magro individuo fotografato sulla copertina dell’album Cold fact, col volto mascherato dagli occhiali e dal cappello a tesa larga, non è facile da rintracciare.
Alla fine degli anni ’60 infatti Rodriguez divide il tempo tra i cantieri edili, le strade e i bar di Detroit, dove si esibisce accompagnando alla chitarra una voce morbida e malinconica. I suoi testi mescolano illuminazioni poetiche e scene di desolazione urbana. Ma nonostante le buone premesse, il successo non arriva, e il secondo disco Cold fact vende un totale di 6 copie: un fallimento persino maggiore di quando, candidatosi a sindaco della città, egli ottiene un centinaio di voti. Rodriguez torna a dedicarsi all’attività di muratore, e alle due figlie, che nelle interviste del film ne forniscono un ritratto delicato e appassionato al contempo.
Nel 1997 due fans sudafricani decidono di scoprire che cos’è successo veramente a Rodriguez, e lanciano in rete la Great Rodriguez Hunt. La figlia di Rodriguez li intercetta per caso: «Davvero state cercando mio padre?». Trovato. Segue il racconto della vita che Rodriguez avrebbe potuto vivere e non ha vissuto («Non ci potevo credere, non potevo credere a niente di quello che mi dicevano»), seguono due gloriose tournées sudafricane nel 1998 e nel 2001. In America, però, continua a essere un fantasma. Ma c’è un secondo tempo. Il regista svedese Malik Bendjelloul decide di realizzare un documentario sulla storia di Rodriguez.
Questa fama postuma in vita ha finalmente riportato Rodriguez nel circuito dei club e in televisione. Il livello delle esecuzioni dal vivo, a giudicare da quello che si vede in YouTube, è impressionante. Una fra tutte: l’esibizione a The Weekly Comet, chitarra e voce e nient’altro, da un lato lascia a bocca aperta, dall’altro fa riflettere su quello che abbiamo perso perdendo Rodriguez per quarant’anni, cioè per sempre. A metà agosto, Rodriguez è stato ospite del Letterman Show. Ha cantato la sua canzone più bella, Crucify Your Mind, accompagnato stavolta da una sontuosa orchestra di archi e ottoni. Finita la canzone, Letterman si avvicina e gli tende la mano per ringraziarlo. Rodriguez è un po’ spaesato: quarant’anni di demolizioni disabituano alle luci della ribalta. Ringrazia a lungo gli orchestrali, che non sono abituati a tanta gentilezza, si accorge con qualche secondo di ritardo della mano tesa di Letterman. Il gesto di umiltà e di rispetto che fa – tendendo a sua volta impacciato la mano, togliendosi in fretta il cappello – non è di quelli che si possono simulare.
Il film che nel 2012 ha aperto il Sundance Film Festival segue le convenzioni del biopic musicale, attraverso interviste a esponenti dell’industria discografica e a musicisti che hanno subito l’influenza di Rodriguez. Ma allo stesso tempo, come ogni buona detective story, si propone di ingannare, stupire e tenere sulle spine lo spettatore. Anche a livello visivo Bendjelloul propone diverse soluzioni interessanti: i brani di Rodriguez sono accompagnati da incantevoli sequenze animate ispirate all’estetica dei videoclip; e le immagini notturne della città ricordano più la Los Angeles dei film noir che la capitale del Michigan.
Film in lingua originale con i sottotitoli in italiano.
La rassegna si concluderà con un’altra importante anteprima per Brescia: “Fedele alla linea” –Giovanni Lindo Ferretti, il poliedrico, irrequieto, anticonformista musicista emiliano, ex C.C.C.P., C.S.I e P.G.R che ha segnato la musica italiana degli anni ’80 e ’90.
Il costo del biglietto per gli spettacoli della Rassegna Music Legends è di 3,00 euro.
E’ possibile prenotare per telefono senza costi aggiuntivi chiamando dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18.30 il numero 030.8379404. Per info:  Nuovo Eden, via Nino Bixio, 9 tel: 030.8379404; info@nuovoeden.it; www.nuovoeden.it.

 

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