A Brescia si parla di edilizia intelligente

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(red.) Migliorare la città per arrivare a migliorare la qualità della vita dei cittadini: in estrema sintesi, è questo il concetto che sta alla base del progetto Smart City (ossia, città intelligente, razionale), avviato dall’Unione europea per favorire la creazione di patti virtuosi tra amministrazioni pubbliche, imprese private e istituti di ricerca, al fine di dare concretezza a piani che promuovano il progresso sostenibile dei centri urbani.
Di questo si discute al convegno “Real estate nella Smart City – Integrazione e sviluppo”, in programma mercoledì 13 febbraio, al teatro San Barnaba di corso Magenta, a Brescia. Il dibattito, promosso dal quotidiano on line bsnews.it e dal mensile 12 Mesi, sarà diviso in due parti (mattina e pomeriggio), e darà modo di ascoltare, e confrontare, i punti di vista di rappresentanti dell’amministrazione e delle associazioni di categoria locali, di figure dell’imprenditoria bresciana, e anche di esperti provenienti da fuori provincia.
Argomento centrale del confronto sarà ovviamente Brescia, che si è distinta anche per aver partecipato a un bando che prevede un contributo di 20 milioni di euro, da parte dell’Ue, per perseguire obiettivi “smart”, ma, fino ad ora, poco si è mosso per mettere al centro dell’attenzione il tema dell’edilizia cittadina privata e pubblica, nella prospettiva di possibili (e auspicabili) interventi di riqualificazione per arrivare, appunto, a una “città intelligente”.
Due gli obiettivi dell’iniziativa. Il primo, di carattere culturale, è avviare un nuovo atteggiamento, da parte dei singoli cittadini, nei confronti dell’edilizia. Perché, se si vuole realmente vivere in una città più eco-compatibile, è necessario essere in grado di capire la qualità degli immobili e avere le conoscenze per saper scegliere l’abitazione più adeguata alle proprie esigenze e più “smart”.
Seconda finalità del convegno è creare i presupposti per il rilancio dell’edilizia, comparto che è uno dei fondamenti dell’economia italiana, e bresciana in particolare, e che sta accusando in maniera gravissima gli effetti della crisi. Secondo gli organizzatori, la ripartenza del settore può senz’altro avvenire se l’amministrazione interviene agevolando e riprogettando quartieri dove la maggior parte degli immobili non rientrino nei canoni di eco-sostenibilità, abitazioni che vanno “rottamate”, tutto ciò per incentivare il privato ad investire in operazioni di recupero, o meglio, di “rottamazione”, per garantirsi opportunità di lavoro e di profitto, mentre l’amministrazione centrerebbe l’obiettivo dello sviluppo urbano sostenibile, senza doversene accollare i costi.

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