Brunello e Capossela al Grande con “Pensavo Fosse Bach”

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(red.) Martedì 18 dicembre alle 21,  sarà Mario Brunello a chiudere la Stagione di spettacolo 2012 della Fondazione del Teatro Grande di Brescia. Il celebre violoncellista italiano si esibisce nello spettacolo “Pensavo Fosse Bach”.
In perfetto equilibrio tra rigore e immaginazione, con la passione interpretativa e divulgativa che lo contraddistingue, Mario Brunello rilegge J.S. Bach, ovvero lo legge tuffandosi nei piu segreti meandri di una musica infinitamente geniale ed enigmatica.
Videoproiezioni, elettronica e Vinicio Capossela come ospite d’eccezione in video, saranno gli elementi fondanti di uno spettacolo inserito in una scenografia suggestiva composta da un cubo di ferro e tulle che riproduce le proporzioni del quadrato magico. Sulla parete anteriore e posteriore di questo cubo vengono proiettate due diverse ma sincronizzate proiezioni realizzate da Francesco Frongia che, giocando con la figura umana posta al centro della struttura, permettono di creare un effetto tridimensionale. I video appaiono e scompaiono aiutando delicatamente il pubblico a immergersi nella polifonia Bachiana, a immaginare la fuga delle voci, a visualizzare le identita di Brunello che sdoppiate eseguono le diverse parti, ora lasciate al suono nudo del suo strumento ora colorate da un utilizzo rispettoso e fantasioso dell’elettronica. In questa delicata atmosfera di tanto in tanto appaiono le parole, la voce e il volto di un ispirato Vinicio Capossela che suggerisce, tratteggia, sussurra una traiettoria capace di toccarci l’anima. Poco piu di un’ora di suggestioni musicali che proietteranno lo spettatore nel mistero musicale di Johannes Sebastian Bach.
Biglietti ancora disponibili alla Biglietteria del Teatro Grande e sui siti teatrogrande.it e vivaticket.it. Al botteghino apertura dal martedì al venerdì dalle 13.30 alle 19.00, sabato dalle 15.30 alle 19.00.
“Pensavo fosse Bach” disegna un Bach estremamente moderno. Per decenni una musicologia rudimentale non e riuscita a offrici del Maestro di Lipsia niente altro che delle immagini da cartolina contraffatta. Oggi, pero, dai nuovi studi è emerso un Bach diverso, non il parruccone severo tutto casa e chiesa, ma un uomo inquieto, forse nevrotico, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, nell’arte come nella vita. Forse proprio come Mario Brunello, uno dei piu stimati e amati violoncellisti al mondo, musicista fuori dagli schemi per indole, da sempre alla ricerca di inedite esperienze musicali ai confini delle possibilita fisiche, sue e del suo strumento.
Mario Brunello torna ad affrontare le Suite per cello solo per cui è giustamente famoso e rinnova il binomio con Bach in un concerto interamente dedicato al sommo genio nel quale l’esperienza delle voci multiple, grazie a video e elettronica non e solo uditiva, ma anche visiva: uno, due, tre Mario Brunello scorrono nei fili, nelle vene di silicio dell’opera registrata per sbucare a comando dai rivoli degli apparecchi che l’hanno digitalizzata e resa codice, per regalarcela a cuore aperto.
Uno, due, tre Mario Brunello registrati si palesano nel sincrono di audio e video in concerto con il Mario Brunello in carne e ossa, che a due, a tre, a quattro voci dialoga e canta le voci impossibili nascoste nella fitta scrittura contrappuntistica del Genio di Eisenach. Suo compagno di avventura è Vinicio Capossela, novello Caronte, che ci traghetta da par suo tra suoni acustici e digitali, videoproiezioni e live electronics. Ripetutamente proiettato sulle pareti del cubo di tulle, Capossela intesse con lo spettatore una conversazione intima e trasognante. Tra castelli armonici, solitudini artiche e moquette di motel scelti ai cigli delle tangenziali, il barcaiolo dipana un suo originale percorso di avvicinamento personale e di scoperta della musica del Genio, mentre Mario Brunello dal vivo e a sua volta proiettato sulle pareti dello stesso tulle, lancia il suo Maggini, prezioso strumento del 1605, nell’avventura di tirare fuori dalla partitura bachiana linee nascoste e voci sepolte come preziosi tesori che giacevano sotto la polvere dei manoscritti. Cercando di portare a compimento la sfida bachiana che lascia all’esecutore la risoluzione degli enigmi della scrittura, Brunello, scalatore del cuore e dell’anima, si arrampica di nuovo verso l’impossibile.

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