A Padernello i drammi e gli incubi de “L’Isola”

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(red.) Per la rassegna “Altri Percorsi Circuiti Teatrali Lombardi”  al Castello di Padernello (Brescia), il Ctb Teatro Stabile di Brescia mette in scena lo spettacolo “L’Isola” di Athol Fugard, per la regia di  Giorgio Rosa, con Andrea Anselmini e Marcello Bergoli. Scenografia di Andrea Anselmini e Marcello Bergoli.
Due le repliche: venerdì 14  dicembre alle 21 e sabato 15 dicembre alle 21.
L’isola è Robben Island, un tempo carcere di massima sicurezza nel Sudafrica dell’ apartheid, un luogo brullo e spazzato dal vento dove Nelson Mandela trascorse gran parte della sua lunga prigionia. L’isola è anche un testo teatrale del 1972 che fu creato attraverso una serie di improvvisazioni dai due attori che lo interpretarono e dallo scrittore e drammaturgo Athol Fugard. Un vero atto sovversivo, perché Ntshona e Kani, i due attori neri, figurano come co-autori del testo eppure, nei paradossi dell’apartheid, si dovettero registrare come domestici di Fugard per aggirare le leggi che impedivano a bianchi e neri di lavorare insieme. Ma forse l’isola è anche qualcos’altro: luogo per eccellenza di isolamento, appunto, dal resto della comunità umana, è anche il luogo dell’immaginazione e della fantasia, come celebrò Shakespeare ne “La Tempesta”.
La storia è semplice. John e Winston, i due protagonisti  sono reclusi a Robben Island per aver contestato il regime. Sono in cella insieme da sette anni e come una vecchia coppia condividono i rituali e la fatica della vita in comune. La prima parte dello spettacolo racconta la relazione tra questi due uomini, una relazione forzata e difficile ma densa di affetto e complicità.  John e Winston giocano come due bambini con la realtà che li circonda e così facendo ne creano un’altra: una scatola di latta diventa un telefono con cui parlare con gli amici, un mucchio di chiodi una collana, un pezzo di corda una parrucca, la coperta della branda un sipario. E infine lo spazio della cella diventerà veramente un’altra cosa, diventerà davvero un palcoscenico, poiché essi decidono di allestire per gli altri detenuti e per le guardie del carcere la tragedia di Antigone. Winston, ergastolano, interpreterà il ruolo di Antigone, condannata a morte per aver seppellito il proprio fratello. John, invece, condannato a 10 anni, sarà Creonte, il tiranno, che rappresenta lo stato, la legge e che difende il paese dai sovversivi ‘topi disgustosi’.
L’analogia tra la cella, spazio claustrofobico, e il palcoscenico, spazio di libertà e immaginazione, è il motivo principale dello spettacolo: la magia del teatro esalta le risorse vitali dei due prigionieri, la loro capacità  di mantenere in vita il desiderio, il riso, il gioco. E alla fine, come in una straordinaria metamorfosi, quel povero luogo lurido e angusto diventerà veramente il palazzo ciclopico di Tebe dove si consuma la tragedia dell’eroina che si ribellò alla legge degli uomini.
Andrea Anselmini, Winston, e Marcello Bergoli, John, si cimentano  in questo testo straordinario dove la metafora della prigionia conduce dalla sofferenza verso una commovente liberazione.
Lo spettacolo in scena da diversi anni è stato invitato nel 2009 al festival teatrale di Benevento e nel 2010 al Roma Teatro Festival. L’ingresso costa 10 euro.
Per informazioni e prenotazioni: Fondazione Castello di Padernello   Via Cavour 1 – Padernello di Borgo San Giacomo 030 9408766;   info@castellodipadernello.it; www.castellodipadernello.it.

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