Al Lio Bar il rock bresciano degli Altica

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(red.) Sul palco del Lio Bar torna una delle band storiche del panorama rock bresciano, con le loro atmosfere in bilico tra post-punk, psichedelia e sonorità oblique.
In apertura una delle rivelazione del 2012, i bergamaschi Verbal, che presentano il loro omonimo debutto.
L’appuntamento è per martedì 18 settembre alle 22, 30 (apertura locale alle 21, ingresso libero) in via Togni 43 a Brescia.
Gli Altica sono ormai un’istituzione del panorama rock bresciano. La loro miscela di post-rock, psichedelia e grunge è attiva dal 1999, anno nel quale produssero il primo omonimo EP.
Di acqua ne è passata sotto i ponti, dischi ne sono stati realizzati molti, l’ultimo dei quali “Antille”, è stato stampato sotto forma di audio libro dall’etichetta Kandinsky Records nel 2010.Gli Altica sono: Claudio Clemenza (voce, synth, chitarra taura); Riccardo Rauseo (basso, bicordo); Nicola Romanelli (voce, chitarra trebles); Stefano Maini (ritmo).
Verbal è chitarre, omnichord, glockenspiel, percussioni, batteria, basso, tastiere, voci sature, campionatore, tubi, giocattoli e sonagli.
Dopo un anno di intensa attività live, a ottobre 2011 i Verbal hanno registrato il loro primo omonimo disco, attualmente in fase di definizione degli ultimi dettagli, in attesa della pubblicazione ufficiale fissata per lo scorso 3 Aprile.
La musica dei Verbal frammenta e ricompone linguaggi. Li usa tutti, ma non ne parla nessuno. La musica dei Verbal è matematica che respira e sanguina. Tenta di ricomporre il mondo fin dove è possibile. Ne immagina un’utopia dove tutto conviva in un’alternanza di implosioni ed esplosioni. Non ha una faccia ma varie, non ha una lingua ma molte, non ha un genere ma tanti. Poliforme e poliglotta, inquieta e trans-genere. Anzi, trans-rock.
Contamina math-rock e funk, post-rock cinematico e rumorismi. Vive di poliritmie e sovrapposizioni. E’ un quadro di Escher, un intestino di gomma e metallo, il parcheggio di un centro commerciale.
Il disco d’esordio, registrato interamente in presa diretta, è un percorso di sei tracce, ciascuna titolata con un nome, che è il rimando diretto ad un mondo o a una fantasia, in cui si confondo immagini e tensioni.

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