A Verolanuova vanno in scena “Le nozze” di Elias Canetti

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(red.) Venerdì 25 e sabato 26 maggio alle 21 presso l’auditorium della biblioteca di piazza Libertà a Verolanuova (Brescia) va in scena lo spettacolo teatrale “Le nozze” (di Elias Canetti) dell’Accademia d’arte teatrale di Verolanuova. L’ingresso è libero.
Un teatro violentemente metaforico, grottesco, caricaturale, pronto a travolgere quei personaggi smodatamente ambiziosi, avidi di sesso, denaro, fama.
Un teatro etico, capace di fustigare i costumi di una società che vive di apparenza e vanità, vicino ormai all’autodistruzione dei sentimenti e della ragione. Con questa inconscia volontà di proporre al pubblico un giudizio universale su un’umanità decisamente corrotta, Elias Canetti si volse anche alla redazione di alcuni testi per il teatro. Nato a Ruscuk, in Bulgaria, nel 1905 in una famiglia ebraica sefardita, che parlava in casa lo spagnolo del XV secolo, Canetti ebbe un’infanzia movimentata e più lingue da imparare, visto che i suoi familiari si spostarono frequentemente, andando a vivere in diversi Paesi europei. Per la precisione ebbe a conoscere quattro idiomi , ossia l’antico spagnolo, il bulgaro, l’inglese – quando la famiglia si stabilì a Manchester nel 1911 – e infine il tedesco, che divenne la sua lingua definitiva. Infatti dopo la morte del padre nel 1912, la figura della madre e in parte dello zio furono dominanti per il giovane, che in quegli anni li seguì nei vari spostamenti a Vienna (1913), a Zurigo (1916) e a Francoforte (1921). Per loro desiderio Canetti si laureò in chimica, ma non esercitò mai la professione scientifica. Rimase sempre fedele alla lingua tedesca anche durante l’esilio londinese: nel 1938, dopo l’Anschluss e le persecuzioni razziali da parte dei nazisti, emigrò a Londra, rimanendovi fino al 1971, quando decise di tornare a vivere a Zurigo. Nel 1981 ottenne il Nobel per la letteratura. Ricevendo l’ambìto premio, durante il discorso di ringraziamento davanti ai giurati di Stoccolma, confessò la propria passione per le tragedie greche e l’influenza determinante subita da quattro autori di lingua tedesca vissuti in Austria: Karl Kraus, Franz Kafka, Robert Musil e Hermann Broch, oltre a tutta la grande tradizione letteraria viennese. Nel “paradiso perduto” della sua adolescenza – come amava definire questa città svizzera – a Zurigo lo scrittore morì nel 1994.
L’atto unico “Nozze” comprende in sé un prologo che costituisce circa un terzo del dramma. Il nodo centrale sta nel desiderio di possesso, inteso sia da un punto di vista strettamente patrimoniale, sia da quello sessuale. Nel “Prologo” l’autore intende illustrare al pubblico cinque situazioni distinte, che stanno accadendo nello stabile dove si svolge l’azione, di cui è proprietaria la vedova Gilz, ormai moribonda. Un condominio che rappresenta uno spaccato reale della società borghese. Attraverso la presentazione dei personaggi, variamente interessati al possesso eventuale del palazzo dopo la scomparsa imminente della vedova, Canetti intende mostrarci maschere umane ossessivamente rigide, volutamente monocromatiche, che altro non sono che metafore di bramosia e immoralità. Segue l’inizio vero e proprio della rappresentazione, dove Christa, la sposa, ragazza scaltra e vissuta, si è presa per marito, ma solo per il proprio tornaconto, lo stupido Michel, persona decisamente poco furba e che lei non stima né ama. Lo spazio scenico è occupato dalle nozze: i personaggi si uniscono in trii e in quartetti, si moltiplicano le modalità di rapporto all’interno di un’ossessione comune, quella del possesso sessuale sfrenato. Il vuoto, in cui l’autore fa muovere i personaggi verso un auspicabile giudizio universale, fa percepire una tragedia imminente: il crollo dello stabile intero travolge tutti gli inquilini. Quasi in una gelida astrazione Canetti smaschera la miseria dell’uomo e contemporaneamente la descrive fissa e desolante. Per questo lavoro venne considerato dalla critica alla stregua di un provocatore e fu accusato di dare pubblico scandalo.
Per info: Informagiovani –  Piazza Libertà, 37 – Verolanuova (Tel 030 9365035 – fax 030 9365032), oppure  giovani@comune.verolanuova.bs.it.

 

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