I Ds: doppie primarie per la Loggia

La proposta di Pierangelo Ferrari per sbloccare l'impasse sul candidato.


(red.) Il parlamentare Ds Pierangelo Ferrari fa una proposta agli alleati del centrosinistra. Una proposta a suo modo provocatoria e che certamente non piacerà al vicesindaco in Loggia, Luigi Morgano (che già parla come candidato unico per le elezioni amministrative di primavera, leggi l’articolo), ma che pobabilmente rappresenta la sola via per uscire dall’impasse che sta paralizzando la coalizione di centrosinistra nella scelta dell’uomo che dovrà concorrere per la successione del sindaco Paolo Corsini.
Ferrari lancia il sasso con un’intervista al quotidiano locale Bresciaoggi, nella quale prende spunto dalle imminenti primarie per la leadership del nuovo Partito Democratico: "Dopo il 14 ottobre i vecchi partiti, dal punto di vista politico e sostanziale, non ci saranno più", spiega il parlamentare ed ex capogruppo in Regione, "ma il nuovo non ci sarà ancora. A Brescia vanno scelte le candidature, con un problema in più: il vecchio quadro politico dei partiti non ci ha lasciato una candidatura condivisa. L’avessimo, non ci sarebbe l’ingorgo".
Ma allora che cosa può succedere? "Non possiamo aspettare la nomina degli organismi locali del Pd, che potrebbe tardare. La via d’uscita è riconvocare i fondatori del Pd, cioè gli elettori del 14 ottobre, in una domenica prima di Natale (diciamo il 2 dicembre) e riaprire i 27 seggi cittadini per sottoporre al voto le candidature che a quel punto saranno in campo".
Sembrano innocue, ma le parole di Ferrari che propongono per la Loggia elezioni primarie riservate al Pd sono una vera bomba. Prima di tutto rischiano di incrinare i rapporti tra le varie componenti del Pd bresciano prima ancor della sua nascita. Non bisogna infatti dimenticare che esiste un vecchio accordo che stabilisce l'alternanza a palazzo Loggia: dopo Corsini (Ds) sarebbe quindi la volta di un candidato espresso dalla Margherita. Due congressi della quale, quello cittadino e quello provinciale, hanno già indicato Morgano.
Ferrari invece rimescola tutte le carte e rimette in discussione equilibri che parevano scontati. E questo non gioverà ai rapporti interni: è infatti improbabile che il deputato parli a titolo personale, essendo considerato – con l’altro parlamentare Franco Tolotti – l’uomo forte del nuovo corso del partito di via Metastasio, dopo il ribaltone che ha estromesso Claudio Bragaglio dalla segreteria diessina.
Ma non è finita, perché ci sono gli alleati. I cui elettori, secondo Ferrari, andranno anch'essi giustamente sentiti. E quando si esprimerebbero gli altri partiti della coalizione di centrosinistra? "Penso ad altre primarie in gennaio", dice Ferrari. "Quest’anno nelle città che hanno votato in primavera le primarie di coalizione si sono tenute in gennaio".
Il rischio di un eccesso di primarie non preoccupa i Ds: " Noi stiamo pagando un’overdose di lontananza dalla politica. Mettere nelle mani dei cittadini decisioni vere li avvicina alla politica".
E sul nome non ci sono preclusioni, anche perché il partito è a secco di candidati autorevoli: "Se avessimo avuto un candidato Ds forte l’avremmo proposto per tempo. Ma un altro Corsini non c’è. E poi l’elezione diretta esige candidati con capacità di comunicazione, popolarità, simpatia perfino, che non tutti hanno. Io, per esempio, non le ho".
E allora? "Ogni disponibilità è positiva, anche se sono preoccupato per la tensione che si è prodotta in casa della Margherita proprio in ragione della grande considerazione che ho nei loro confronti" conclude Ferrari. "Mi auguro che i nomi di Morgano e Del Bono, e non solo quelli, vengano sottoposti al voto".
Primarie Pd, seguite da primarie di centrosinistra, addirittura aperte a ogni candidatura. Sembra quindi stringersi il cerchio attorno a Morgano.
Naturalmente anche Emilio Del Bono
, parlamentare della Margherita e antagonista dichiarato del vicesindaco per la candidatura in Loggia spinge per un azzeramento delle vecchie intese tra gli alleati. Lo ha fatto anche durante l'ultima riunione di presentazione della sua lista pro-Veltroni, venerdì scorso: "Le primarie sono uno strumento indispensabile in questa fase. E questo è ancor più necessario a Brescia", ha detto Del Bono: "Dopo il 14 ottobre ci sarà una forte accelerazione in tal senso e non si potrà più tornare indietro perché non si potrà più utilizzare la lingua dei Ds e della Margherita ma solo quella del Partito democratico".
E anche il diessino Tolotti sostiene pubblicamente che le primarie sono "un punto di non ritorno e un'occasione straordinaria di collegamento con l’opinione pubblica più attenta". Insomma, sono ormai molti i pezzi da novanta del centrosinistra bresciano a parlare in questo modo. E gli organismi dirigenti della Margherita non potranno far finta di niente. Le reazioni non mancheranno.

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