Brescia capitale del latino per trenta universitari europei

Vengono da Francia, Germania, Spagna, Svezia e Italia. A Brescia, dal 6 al 10 giugno, misureranno la loro conoscenza della lingua di Roma antica attraverso un nuovo sistema di certificazione europeo.

Brescia. In Europa più di 3 milioni di studenti studiano latino alle scuole superiori; a livello universitario l’insegnamento è presente in diversi curricula, ma le competenze linguistiche richieste agli studenti possono variare in maniera considerevole a seconda dei programmi di studio, anche all’interno di uno stesso Paese.

Nasce da qui la necessità di una certificazione unica e condivisa della lingua latina, sviluppata in questi anni dal progetto europeo Eulalia. Una misurazione che sia omogenea e trasparente, come avviene per le altre lingue straniere, e che indichi capacità e competenza da inserire all’interno dei programmi Erasmus. Questo perché “Latin is a “real” language” e, come le altre lingue ha bisogno di essere misurata e certificata.

«Alla luce dei cambiamenti in corso nella nostra società contemporanea, l’insegnamento del latino si trova ad affrontare nuove sfide, che stimolano a rinnovare i metodi di insegnamento accogliendo pratiche innovative rese possibili dalle tecnologie informatiche e multimediali» spiegaGuido Milanese, docente di latino in Università Cattolica. «Tale approccio permette in particolare di favorire l’inclusione di diverse categorie di studenti, come gli studenti con disabilità visive o disturbi del linguaggio, o gli studenti che, in seguito ai processi migratori, non sono madrelingua rispetto al contesto scolastico in cui si trovano inseriti. Una lingua latina quindi da proporre agli studenti con metodologie aggiornate che si concentrano primariamente sull’apprendimento linguistico. E, solo in seconda battuta, quando la lingua è già conosciuta in modo sufficiente, sui problemi della traduzione».

Il progetto Eulalia, che giunge in questi mesi al suo termine, ha come capofila l’Università di Bologna, con la partecipazione dell’Università Cattolica – sede di Brescia e altre università di quattro nazioni europee: Germania (Colonia), Francia (Rouen), Spagna (Salamanca) e Svezia (Uppsala).
L’idea fondamentale della certificazione del latino consiste nell’accertare la conoscenza della lingua, come si fa da molto tempo per le lingue parlate, riconoscendo livelli diversi di conoscenza del lessico e delle strutture linguistiche (da A1 a C2). Quest’anno nella sola Lombardia hanno partecipato al test circa 1,500 studenti delle scuole superiori, e la prova si è svolta in molte altre regioni italiane, dal Piemonte all’Emilia Romagna alla Calabria.

Durante la settimana gli studenti universitari parteciperanno a test in laboratorio e lezioni sulle epigrafi al Museo di Santa Giulia di Brescia e al parco archeologico “Grotte di Catullo” a Sirmione, sul lago di Garda.
In programma anche lezioni di docenti ospiti, che hanno dedicato gran parte della loro ricerca a questi problemi: Renato Oniga, dell’Università di Udine, Andrea Balbo, dell’Università di Torino, Maria Teresa Cairo, dell’Università Cattolica, che tratterrà in modo particolare i problemi dell’insegnamento delle lingue in caso di bisogni educativi speciali. Guido Milanese, ordinario di latino all’Università Cattolica, e ideatore del Progetto Nazionale di certificazione del latino, presenterà un software da lui stesso realizzato, che permette di razionalizzare la scelta dei testi di verifica in base al livello di vocabolario fino a quel momento appreso.

Il progetto europeo Eulalia (European Latin LinguisticAssessment)  (https://site.unibo.it/eulalia/it/il-progetto) è un progetto triennale (2019-2022) il cui obiettivo è sviluppare un sistema unico e condiviso per la certificazione internazionale delle competenze linguistiche relative al latino, in maniera coerente con il modello stabilito per le lingue moderne dal CEFR.

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