Unibs capofila del progetto Bleeding Love

Il lavoro è incentrato sulla lotta alla violenza domestica e di “appuntamento” verso donne lesbiche e transessuali.

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università di Brescia(red.) Il 2 febbraio 2015 è ufficialmente iniziato il progetto “Bleeding Love: Raising Awareness on Domestic and Dating Violence Against Lesbians and Transwomen in the European Union”, co-finanziato dalla Commissione europea all’interno del Programma specifico “Daphne 2007-2013”.
L’Università degli Studi di Brescia capofila del progetto europeo. Il progetto, che ha una durata di 12 mesi e coinvolge nove istituzioni di otto paesi diversi, è incentrato sulla lotta alla violenza domestica e di “appuntamento” verso donne lesbiche e transessuali e ha a disposizione un budget di oltre 449.000,00 euro. Il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Brescia, ente capofila del progetto, coordinerà un team di venticinque esperti attraverso attività di ricerca e azioni di sensibilizzazione.
«L’interesse che la Commissione Europea ha mostrato nel finanziare questo progetto è un’ulteriore conferma dell’ancora scarsa attenzione e sensibilità che le istituzioni degli stati membri hanno per le violenze perpetrate contro le donne lesbiche e transessuali. Con questo progetto l’Università degli Studi di Brescia si dimostra invece pronta a farsi carico delle sfide del futuro» ha dichiarato la Prof.ssa Susanna Pozzolo, responsabile scientifica del progetto. “Le condotte violente o vessatorie nei confronti di coloro che non rientrano nei ruoli di genere tradizionalmente riconosciuti rappresentano una realtà sociale ancora molto diffusa e da condannare con fermezza – afferma il Rettore prof. Sergio Pecorelli.
Una azione di sensibilizzazione comune, attraverso lo studio delle buone pratiche, dell’informazione e della condivisione di nuovi strumenti normativi a protezione delle vittime di violenza è auspicabile per il progresso di tutta la società. Vedo con soddisfazione il riconoscimento del Dipartimento di Giurisprudenza nel ruolo di coordinatore di questo importante studio insieme ai partner europei, con la consapevolezza che proprio le Università rappresentano un punto di convergenza per la ricerca e l’approfondimento di nuovi scenari per la convivenza”.

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