Bresciani in testa tra i comuni con più alto ‘tasso di turisticità’

E' un settore che interessa 3.862 imprese artigiane della nostra provincia. Massetti (Confartigianato): "Scenario positivo dettato anche dal ritorno del flusso di turisti stranieri nelle nostre località".

(red.) Un settore che interessa 3.862 imprese artigiane bresciane capaci di intercettare la domanda dei consumi turistici e che lo scorso anno hanno sofferto particolarmente non potendo contare sui visitatori stranieri che rappresentavano i tre quarti dell’intero turismo movimentato. Sono invece rosee le previsioni per l’andamento di questa estate, raccolte e stimate dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia e che mostrano segnali importanti di recupero per il turismo nell’estate 2021 per Brescia e per l’intera Lombardia.

«Uno scenario positivo dettato dal flusso di turisti stranieri tornati nelle nostre località, ma anche dall’incremento di una sempre maggiore fetta di turismo interno e di prossimità che permetterà di rilanciare l’impresa a valore artigiano e far trasmettere così i valori del “saper fare” artigiano. Le imprese artigiane sono una componente essenziale del fattore attrattivo del territorio, con le diverse specializzazioni e la capacità di mettere in rete realtà differenti, in una logica di promozione integrata e flessibile, che contempla sia le imprese della ricettività, sia quelle in grado di elevare il livello di attrattività per specificità produttive, come la moda e design, enogastronomiche, dei servizi e culturali», commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue: «La movimentazione rilevata dai big data ed elaborata dal nostro Osservatorio ci dicono di una interessante ripresa dei flussi turistici e della crescita della voglia di vacanze delle persone, però in questo momento non basta e non basterà soprattutto nei prossimi mesi quando la concorrenza tornerà a essere alta con le frontiere aperte e il ritorno alla piena mobilità. Questo ragionamento ci deve spingere a lavorare per consolidare l’offerta e l’attrattività dei nostri territorio, favorendo le infrastrutture utili, leggere, moderne e veloci, i collegamenti tra le località e l’offerta culturale in generale».

Una quota rilevante dei consumi turistici per shopping e altre spese diverse da trasporto, alloggio e ristorazione intercettata dalle piccole imprese e l’artigianato. Alla fine del I trimestre 2021 in Lombardia le imprese artigiane operanti in attività interessate dalla domanda turistica sono 31.820, pari al 13,2% dell’artigianato totale e danno lavoro a 81.054 addetti. A Brescia sono 3.862 (erano 3.966 nello stesso periodo di un anno fa) le imprese potenzialmente interessate da attività turistiche, l’11,6% sul totale dell’artigianato e che occupa 13.206 addetti. Di queste, 947 attività si occupano di abbigliamento e calzature, 884 manifatturiere e dei servizi (comparto prezioso che comprende attività dell’artigianato nella fotografia, cornici, gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro, lavorazioni artistiche del marmo, del ferro, del rame e dei metalli, cure per animali domestici, centri benessere e palestre). Sono invece 947 quelle si occupano di abbigliamento e calzature, 626 di agroalimentare, 311 di bar, caffè, pasticcerie, 680 ristoranti e pizzerie, 402 di trasporti.

La Lombardia, verso il recupero delle perdite. Le prospettive dell’economia turistica nell’estate 2021 sono all’insegna del recupero delle pesanti perdite registrate a seguito della pandemia, che ha visto lo scorso anno un calo del -61,6% del numero delle presenze turistiche in Lombardia – pari a 25 milioni di pernotti in meno. Nei settori dei servizi legati al turismo, persiste un forte gap di ricavi rispetto ai livelli pre-crisi ma diversi i segnali della ripresa in atto tra cui l’aumento del numero di entrate preventivate dal settore dei Servizi di alloggio e ristorazione; servizi turistici del +41,7% nel periodo luglio-settembre 2021 rispetto agli stessi tre mesi del 2019. A luglio 2021 inoltre sono i cuochi, i camerieri e le altre professioni dei servizi turistici le figure professionali più ricercate in Lombardia, con 12.670 assunzioni preventivate (il 14% delle 93 mila complessive) e nella sola provincia di Brescia stimate circa 2.000 la richiesta di queste figure.

Tra i primi comuni lombardi per più alto valore del tasso di turisticità 14 sono bresciani, 8 sono della provincia di Sondrio, 4 della provincia di Como, 2 della provincia di Bergamo e uno della provincia di Pavia. Nei primi 10 comuni per più alto livello di ‘affollamento’ turistico nel 2020, misurato attraverso il tasso di turisticità Brescia in testa: Limone sul Garda, Ponte di Legno, Moniga del Garda, Livigno (So), Madesimo (So), Domaso (Co), Tignale, San Felice del Benaco, Bormio (So) e Tremosine sul Garda.
Altro segnale di recupero lo cogliamo grazie agli indicatori di mobilità di Google: nella media dei primi 29 giorni di luglio 2021 la dinamica giornaliera dei flussi relativi a negozi e luoghi di ricreazione indica, nel confronto con lo stesso periodo di luglio del 2020 per negozi e luoghi di ricreazione il livello della mobilità registra un recupero di 7,7 punti, mentre è di 10,4 punti il recupero per gli hub di trasporto: erano al -37,2% nei primi 29 giorni di luglio 2020.

A registrare tassi di turisticità – giornate di presenza per abitante – con valori superiori a quello medio regionale (1,6pres./ ab.) è la provincia di Sondrio con un tasso di 10 pres./ab., seguita da Brescia con 3,6 pres./ab. e Como con 2,1 pres./ab.
«Ci auguriamo che, la ripresa vada però di pari passo con una costante attenzione al contagio: non vorremmo, infatti, che questi segnali di ripresa venissero stroncati dal riacuirsi della pandemia. Crediamo infatti che la campagna di tracciamento e vaccinazione, soprattutto nelle zone turistiche, sia per il personale delle attività, che per i turisti, debba essere rafforzata. Ne va dell’intera economia del nostro territorio e della tranquillità di continuare ad operare serenamente nei prossimi mesi» conclude Massetti.

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