Vigilantes Trenord, reazioni alla novità

Soddisfatti i passeggeri e gli assessori regionali Bordonali e Beccalossi. Critica Legambiente. "E' una risposta politica a un problema sociale".

trenord convoglio(red.) Più commenti positivi che negativi sull’entrata in scena dei vigilantes privati assunti da Trenord per controllare le stazioni ferroviarie lombarde. Una soluzione da 7 milioni di euro finanziata dalla Regione e che porterà gradualmente 150 agenti, insieme ai 63 già operativi, per verificare la situazione. Fa parte del “Progetto Security” nato a gennaio con il “Progetto Puntualità” e sviluppato con Trenitalia e la polizia ferroviaria dopo i casi di violenze ai capotreni. Alla stazione di Brescia il servizio è iniziato martedì 1 settembre quando erano presenti tre uomini a controllare la biglietteria e i binari dove passano i treni diretti a Verona, Milano, Bergamo e Cremona.
Un’idea apprezzata dai passeggeri che pensano sia una soluzione utile contro l’evasione dei biglietti e per fermare le aggressioni. Ma sperano che vengano introdotti anche sui convogli e nelle ore serali. L’assessore lombardo alla Protezione civile, Sicurezza e Immigrazione Simona Bordonali difende la decisione parlando di “7 milioni di euro che la Regione trova, mentre lo Stato taglia i fondi alle forze dell’ordine e Brescia chiude la stazione di notte”. Sulla stessa posizione anche la collega Viviana Beccalossi di Fratelli d’Italia che definisce “atti concreti e non promesse quelli della Lombardia, perché il problema della sicurezza a Brescia e nelle altre città non si risolve con i proclami o i tweet, ma con un aumento di uomini e mezzi delle forze dell’ordine. Il Governo non fa nulla e la Regione, pur non avendo competenza diretta, investe milioni di euro per aumentare i controlli e tutelare i suoi cittadini”. Ma si registra la posizione critica del responsabile dei trasporti lombardo di Legambiente.
“In nessun paese d’Europa si affronta il problema sicurezza sui treni come sta facendo la Lombardia. Le misure messe in atto normalmente sono il controllo ticket agli ingressi delle maggiori stazioni, le videocamere con centrali di controllo sulle vetture e lo sdoppiamento o non utilizzo dei treni lunghi nelle ore ‘di morbida’ per evitare il senso di abbandono e treni suburbani senza personale di controlleria a bordo. Il giusto obiettivo di incrementare la sicurezza sui treni doveva essere coniugato ad un adeguamento e miglioramento della flotta. Le guardie che scortano i treni dovevano essere un provvedimento momentaneo e non una risposta politica ad un problema sociale”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.